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Buono da mangiare. Enigmi del gusto e consuetudini alimentari

[Good to Eat. Riddles of Food and Culture], traduzione di Piero Arlorio


Torino, Einaudi, 1990, Saggi, 737
cm 21.5x15.5, pp. X-251-(11), 20 illustrazioni fuori testo, brossura, sovracoperta illustrata
Prima edizione italiana, unica nella collana. Copia ottima

€ 30
Perché le abitudini alimentari del genere umano sono cosi diverse, al punto che alcune società ritengono squisiti cibi da altre ritenuti ributtanti? La risposta di Marvin Harris è che intanto si devono fare i conti con i diversi modi di produzione del cibo e con la differente disponibilità di alimenti offerta dai vari contesti ambientali.

In sostanza, argomenta l’antropologo, ogni società inclina ad una scelta alimentare in base a un complesso calcolo di costi e benefici che presenta una grande quantità di variabili. «I cibi preferiti, buoni da mangiare - scrive Harris - sono cibi che fanno pendere la bilancia dalla parte dei benefici pratici, rispetto a quella dei costi, a differenza di quanto non avvenga nel caso dei cibi aborriti, cattivi da mangiare».
E d’altra parte, ad esempio, «alcuni cibi di elevato valore nutritivo sono evitati perché finiscono per danneggiare la terra o hanno effetti negativi sulla vita degli animali, sulle piante...» Per non dire, poi, che in un’economia di mercato «buono da mangiare» può sostanzialmente significare «buono da vendere», ossia «buono» indipendentemente da ogni valore nutritivo.
Allora, come si vede, questo calcolo prosaico può riflettere mille combinazioni e la ricerca dei molti modi di mangiare e delle loro più varie motivazioni diventa un percorso necessariamente multiforme. Ed è cosi, infatti, che Buono da mangiare conduce il lettore a continue scoperte e a inattesi incontri con popoli antichi e nuove corporations, avvicinandolo a gusti e disgusti noti ed ignoti. Dalla preistoria ai giorni nostri; dai riti sacrificali dei popoli di cacciatori-raccoglitori all’hamburger del fast-food; dal cannibalismo guerresco alla degustazione dei più incredibili insetti; dalle malattie di coloro che nel Terzo Mondo muoiono di fame al colesterolo che stermina chi nel Primo Mondo si riempie di cibo; e ancora la sacralizzazione della vacca o il rifiuto delle carni di maiale, le più inspiegabili e all’apparenza irragionevoli scelte alimentari trovano qui ampie spiegazioni e le loro buone ragioni.
Appassionante come la trama avventurosa di un romanzo e al tempo stesso fecondo di molte riflessioni, il libro di Marvin Harris è lo specchio originale delle molte affascinanti contraddizioni e delle tremende realtà che, schiudendo da un passato profondo, traversano ogni palmo del mondo contemporaneo.

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