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Altre pagine dantesche

Caltanissetta - Roma, Salvatore Sciascia, 1987, Aretusa, 46
cm 20x13.4, pp. 293-(3), brossura muta, sovracoperta
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€ 30
INDICE GENERALE

Gli affetti familiari di Dante nella «Commedia»    9
La magnanimità e il «trapassar del segno»    29
La svolta narrativa della «Commedia»    47
Idee poche e modeste ma chiare sulla poesia didascalica
       e scientifica della «Commedia»    53
Teologia e ultra-teologia negli ultimi canti del «Paradiso»    61
La gara coi classici latini (canti XXIV-XXV dell'«Inferno»)    93
Alternanza degli stili nella decima bolgia    109
Recupero e reinterpretazione dello stilnovo nel «Purgatorio»    137
Dante e la novellistica del suo tempo    155
Dante e il teatro medievale    169
Quattro note al I canto dell'«Inferno»    187
Marco Lombardo (c. XVI del «Purgatorio»)    197
L'idillio sacro: Matelda (c. XXVIII del «Purgatorio») .    211
Domesticità del «Paradiso» (Lettura del c. XIV)    239
Problemi e prospettive di un’«Enciclopedia dantesca»    263

Nota bibliografica    279
Indice dei nomi    281
Passi delle opere di Dante discussi o citati    289
Esce postumo questo bel libro del carissimo e compianto Maestro mio e di tanti studiosi e letterati italiani.

Con scrittura limpida e asciutta, con concreto aggancio al testo dantesco e al suo secolare commento, Umberto Bosco, l’insigne studioso di Dante e del Petrarca, del Rinascimento e dell’Ottocento, individuava ed esaminava nodi centrali della Commedia e rileggeva criticamente canti o gruppi di canti con quel rigore e quella precisione di giudizi che fecero la fortuna del suo precedente volume dantesco, uscito in questa stessa collana, nel 1966: Dante vicino.
Anche qui Dante è «vicino»: nell’agitarsi delle sue passioni e nel sommuovere dei propri affetti familiari, nella esaltazione del concetto di magnanimità (anzi della sua «figura poetica ed emozionale»), nel timbro didascalico e scientifico del poema, nella complessità del pensiero teologico analizzato con straordinaria sicurezza di riscontri e di citazioni.
Le «lecturae», poi, di canti danteschi si distinguono per nitore formale e acutezza ragionativa, sviluppando magistralmente i ben celebri proemi ad ogni canto dettati dal Bosco per la edizione lemonnieriana del poema: rapporti col mondo stilnovistico e col teatro medievale, ricostruzioni di figure, esegesi puntuali di versi, analisi di strutture. Il poeta è sempre rivisto con mirabile vicinanza di sentire e di pensare, e queste Altre pagine dantesche si iscrivono come uno dei più alti contributi della dantologia italiana nel ventennio seguito al centenario del 1965, un ventennio culturale che ha visto Bosco tra i suoi protagonisti più attivi e disinteressati, con un impegno costante che è cessato soltanto il 25 marzo 1987, giorno della sua scomparsa.
Giorgio Petrocchi

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