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Il mare non bagna Napoli

Nota di Elio Vittorini nel risvolto


Torino, Einaudi, 1951, I gettoni, 18
cm 19.5x13.2, pp. 194-(6), brossura con alette, etichetta con il prezzo
Prima edizione. Premio Viareggio per la narrativa 1953. Ottima copia >>>

€ 120
INDICE

Un paio di occhiali, p. 11
Interno familiare, 37
Oro a Forcella, 69
La città involontaria, 81
Il silenzio della ragione, 111
Un giorno apparve sul «Mondo», due anni or sono, uno scritto su Napoli che fece impressione a molti. Io allora mi misi in testa che chi ne era l'autrice poteva darci un libro napoletano che mordesse più a fondo anche dell'impeto dei migliori lirici meridionali: Napoli rappresenta qualcosa di comune a tutti gli uomini: un lacero sfarzo ch'è nelle possibilità di tutti, una scarmigliata dignità ch'è un aspetto della natura umana e una cadenza della sua storia. Questo l'Anna Maria Ortese rendeva evidente nel suo primo scritto; questo ha continuato a rendere evidente nei successivi quattro scritti del libro che pubblichiamo. Grazie al quale, malgrado il verismo un po' facile di alcune sue pagine, si può dire che Napoli ha finito per raggiungere la stessa intensità d'immagine che Firenze ha raggiunta da tempo con Palazzeschi e Pratolini.
Anna Maria Ortese non è nuova alla letteratura. Nata a Roma, vissuta lungamente a Napoli, ebbe una notorietà di fanciulla prodigio, poco prima dell'ultima guerra, per un libro che Bontempelli chiamò, lanciandolo, Angelici dolori. Sulla strada che si aprì con quel libro essa ha vagato per dieci anni come una sonnambula. È stata una zingara assorta in un sogno. Ma ora che si è svegliata, e si è fermata, è Napoli di tutta la sua vita ch'essa si vede intorno, presenza e memoria insieme, e riflessione, pietà, trasporto, sdegno. (Elio Vittorini)

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