Chiudi

Un giornalista felice e sconosciuto

[Cuando era feliz e indocumentado], traduzione di Enrico Cicogna


Milano, Feltrinelli, 1973, I narratori, 225
cm 20x13, pp. 195-(5)+12 di illustrazioni in b|n, cartonato
Prima edizione italiana e unica illustrata. Ottimo esemplare >>>

€ 20
INDICE

L'anno più famoso del mondo, p. 7
Kelly esce dalla penombra, 33
Il clero in lotta, 45
La generazione del perseguitati, 65
Addio Venezuela, 81
Soltanto 12 ore per salvarlo, 97
Colombia: finalmente parlano i voti, 115
Caracas senz'acqua, 127
Mio fratello Fidel, 141
Condannati a vent'anni, ma sono innocenti, 153
Senegal cambia padrone, 171
Questi occhi videro 7 Siciliani morti, 183
Un giornalista felice e sconosciuto raccoglie dodici pezzi che Gabriel Garcia Márquez scrisse per la rivista venezuelana "Momento" quando, tra la fine del 57 e l'inizio del '59, lavorava a Caracas. Che in quegli anni egli fosse un giornalista "giovane, felice e sconosciuto" è stato detto dallo stesso autore di Cent'anni di solitudine allorché gli venne consegnato, nel '72, l'ambito premio letterario Romulo Gallegos. I dodici pezzi, di taglio modernamente giornalistico, affrontano con brio e acuto spirito d'osservazione fatti legati in qualche modo alla cronaca latinoamericana. Il primo pezzo, una vivacissima ricostruzione di tutti gli avvenimenti che nel 57 attrassero l'attenzione della stampa internazionale, copre un orizzonte mondiale: è un intarsio di notizie elaborate in una prospettiva spiritosamente compressa (fu l'anno in cui l'avvocato Fidel Castro divenne guerrigliero e Kruscev divenne una Stella della televisione americana). Un altro pezzo verte sull'intervento del clero cattolico nelle lotte sociali venezuelane, e in particolare sui sacerdoti che furono considerati "gli autori morali" della rivolta contro la dittatura di Jimenez. (Ma in molte pagine affiorano, inevitabilmente, le questioni dell'influenza del clero e delle lotte contro le giunte militari.) Agli occhi del lettore europeo forse acquista particolare rilievo l'articolo in cui l'autore narra le mirabolanti evasioni di Patricio Kelly, inimitabile "organizzatore di turbolente manifestazioni politiche." Alcune fotografie accompagnano, come un contrappunto documentaristico, le brillanti ricostruzioni che Garcia Márquez ci fornisce dei fatti.

Chiudi