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Bomarzo

[Bomarzo], traduzione a cura di Cesco Vian


Milano, Rizzoli, 1964, Sidera
cm 22.5x15, pp. 595-(5), cartonato, sovracopera illustrata
Prima edizione italiana. Ottima copia

€ 25
Bomarzo è un romanzo eccezionale non solo nell'ambito della narrativa argentina e americana del nostro tempo. Le sue 600 pagine narrano l'autobiografia di uno stravagante personaggio del secolo XVI, Pier Francesco Orsini, duca di Bomarzo, lo stesso che creò, nel suo castello presso Viterbo, il Sacro bosco dei mostri scolpiti nella roccia, una delle opere più originali del Rinascimento, così poetica, misteriosa e persino «surrealista» che il celebre pittore Salvador Dalì giudicò il parco un'invenzione estetica unica.

Lainez, mosso dalla profonda emozione che provò visitandolo ha affrontato con successo la difficile impresa di scrivere un romanzo che è al tempo stesso un libro di storia, poiché immaginazione e realtà vi si assommano intrinsecamente: un libro nel quale il duca stesso, un gobbo bello, roso da difficili complessi, narra la sua vita singolare.
I personaggi più importanti d'allora — i papi Clemente VII e Paolo III, Carlo V, Don Giovanni d'Austria, Benvenuto Cellini, Cervantes, Aretino, Paracelso, il Cardinali Ippolito de' Medici, e «Lorenzaccio» — s'aggirano tra queste pagine inquietanti nelle quali magia e sensualità, amore e ambizioni intrecciano i loro fili sottili. L'autore ha realizzato il prodigio di infondere al tema tanta vita che in nessun momento si ha la sensazione d'assistere a una ricostruzione archeologica, ma, al contrario, di leggere le memorie di un protagonista e di un testimone.
Il tema dell'immortalità dell'eroe sviluppato con abilità estrema ha permesso a Lainez di muoversi nel tempo dal Rinascimento fino ai nostri giorni: ne nascono osservazioni inattese e illuminanti e confribuiscono a mantenere teso l'interesse di Bomarzo, opera ammirevole dal ritmo agile e dalla scrittura incalzante, che obbliga il lettore a seguire sino in fondo, affascinato, il destino del suo protagonista.

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