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Tondelli Pier Vittorio
Rimini
Milano, Bompiani, 1985
cm 21.5x12.5, pp. 293-(7), cartonato, sovracoperta illustrata
Prima edizione. Ottima copia
€ 25
"Voglio che Rimini sia come Hollywood, come Nashville, un luogo dal mio immaginario, dove i sogni si buttano a mare, la gente si uccide con le pasticche, ama, trionfa o crepa. ►
Voglio una palude bollente di anime che vanno in vacanza solo per schiattare e si stravolgono al sole e in questa palude i miei eroi che vogliono emergere, vogliono essere qualcuno, vogliono il successo, la ricchezza, la notorietà, la fama, la gloria, il potere, il sesso. E Rimini è l'Italia del 'sei dentro o sei fuori'. La massa cuoce e rosola, gli eroi sparano a Dio le loro cartucce... Il plot deve essere forte, una storia funziona se ha l'intreccio ben congegnato. Ho bisogno di far trame, di raccontare, di scardinare i rapporti tra i personaggi... Rimini, molto chiasso, molte luci, molti café chantant, molti gigolos e marchettari." Così scrive Pier Vittorio Tondelli, intanto che sta terminando la stesura di questo suo romanzo, orgia estiva e rito mondano del popolo della vacanza, il cui celebrante è un giornalista milanese che scende in riviera per il suo primo incarico importante. È lui a smistare e far defluire tutte le storie degli altri personaggi (secondari?): uno scrittore in crisi personale e letteraria che non arriverà a conoscere il responso della giuria del premio cui partecipa perché soccomberà prima al fascino del suo angelo distruttore; un'antiquaria tedesca sulle tracce della sorellina "sbandata"; un sassofonista stagionale che troverà l'amore tra le braccia di una "moglie in vacanza"; due giovani talenti che fanno il diavolo a quattro per trovare i finanziamenti per un loro film; e poi la fauna che popola i locali, i caffè, le spiagge, orde di ragazzi violenti per i lungomare deserti, strambi e romantici nottambuli, ragazze fatte di droga e di musica, squallidi sedicenti taxisti che portano in campagna le turiste ignare per stuprarle, procaci concorrenti a improbabili titoli di miss, fanatici delle radio libere, apprendisti stregoni che predicono l'imminente fine del mondo - di quella Sodoma e Gomorra nostrana, sfolgorante e metaforico can-can di un'Italia che alla fine dell'estate chiude i battenti come quel parco di divertimenti che si chiama "Italia in miniatura", tra conformismi, corruzioni, scandali, brama di successo e soprattutto spensieratezza collettiva. Racconto a più voci di una stagione sulla riviera romagnola degli anni ottanta, romanzo polifonico e polimorfo, impastato di vari generi narrativi, questa nuova prova di Tondelli, divertita e assorta, si colloca al di là del moderno e mostra la strada per una nuova narrativa, tutta da vivere e da godere, nei toni ironici e in quelli drammatici, in quelli sentimentali e apocalittici, nelle sue intensità mistiche e in quelle erotiche, con pagine che sembrano gialle, altre da commedia sentimentale, accanto a quelle da romanzo esistenziale o da impietosa indagine sociologica.