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Diritto metodo ermeneutica. Scritti scelti

a cura di Giuliano Crifò


Milano, Giuffré, 1991, Civiltà del diritto, 53
cm 21x14.5, pp. XVIII-614-(2), tela, sovracoperta
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INDICE

Presentazione di Giuliano Crifò   pag. V
La struttura dell’obbligazione romana e il problema della sua genesi  1
Efficacia delle sentenze determinative in tema di legati d’alimenti  7
Metodica e didattica del diritto secondo Ernst Zitelmann 11
Diritto romano e dogmatica odierna  59
Educazione giuridica odierna e ricostruzione del diritto romano  135
Ragione e azione  155
L’attuazione di due rapporti causali attraverso un unico atto di tradizione
      (contributo alla teoria della delegazione a dare)  197
Istituzioni di diritto romano  217
Per una traduzione italiana della fenomenologia e della logica di Hegel  237
Per una interpretazione idealistica dell’etica di Federico Nietzsche  261
La tipicità del negozi giuridici romani e la cosiddetta atipicità del diritto odierno  325
La sensibilità giuridica 361
Forma e sostanza della «interpretatio prudentium»  367
Falsa impostazione della questione storica, dipendente da erronea diagnosi giuridica  393
Revisione critica di Kant  451
I principi di scienza nuova di G.B. Vico e la teoria dell’interpretazione storica  459
Pietro Bonfante   487
La dogmatica moderna nella storiografia del diritto e della cultura  495
Interpretazione della legge e sua efficienza evolutiva  523
Il processo come strumento di giustizia  555
Storia e dogmatica del diritto  573
L’interpretazione della legge in Leibniz  587
«Iurisdictio praetoris» e potere normativo  591
La profondità e sicurezza della riflessione bettiana è certamente legata alla centralità che vi ha assunto il diritto, come fenomeno storico da intendere e da ricostruire nelle sue intime ragioni e come positiva valutazione normativa destinata a risolvere concreti problemi di convivenza. Ma è altrettanto certo che i risultati raggiunti dal Betti romanista, civilista, processualista, internazionalista trovino fondamento negli interessi culturali e filosofici, nella forza speculativa e nel rigore con cui egli ha affrontato il problema del metodo. â–º


Da qui nasce anche la prospettiva ermeneutica, che condurrà a quella proposta di una teoria generale dell’interpretazione — “a monument in the field”, dirà un commentatore — alla quale è affidata specialmente la diffusione internazionale del suo pensiero e il riconoscimento del suo magistero. Tale esito scientifico ha una sua naturalezza che, pur dichiarata dallo stesso Betti, non sempre è stata notata: da un lato, infatti, viene esteso alla scienza giuridica quell’insieme operativo e problematico che alla filologia e alla storia avevano garantito il grandioso statuto loro proprio di scienze dello spirito, da un altro lato gli stessi fondamenti di tale insieme vengono, se non addirittura identificati, certamente meglio compresi grazie all’applicazione fattane in campo giuridico. E poiché ciò accade con specifico, testuale riguardo alla riflessione giurisprudenziale romana, che a sua volta è in larga misura la più sostanziale trama di riferimento per il mondo delle istituzioni pubbliche e private, ecco che il problema dell’interpretazione può dispiegarsi in tuttaTa sua fecondità e in tutta la sua unitarietà, posta in evidenza, l’una, dagli approfondimenti recati da una valutazione funzionale dell’interpretazione, collegata, l’altra, allo stesso rapporto fondamentale della teoria della conoscenza. Di tutto ciò, gli scritti qui raccolti offrono una prima, significativa testimonianza.

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