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I Nibelunghi

A cura di Laura Mancinelli


Torino, Einaudi, 1984, I millenni
cm 22x14, pp. LXI-364-(6), 8 illustrazioni a colori fuori testo, riproducono otto miniature del codice Hundeshagen (Ms. Germ. Fol. 855) della Staatsbibliohek Prussicher Kulturbesitz di Berlino, tela, sovracoperta illustrata, acetato, custodia muto
Ottimo esemplare

€ 50
Poema che accomuna motivi del mito germanico, particolarmente nordico, con reminiscenze storiche anche relativamente recenti, elementi fiabeschi con la vita delle corti del Duecento, il Nibelungenlied è prevalentemente, nella prima parte, la storia d'amore di Sigfrido e Crimilde.

La loro vicenda s'intreccia con la lotta per un immenso tesoro, si complica con l'intrigo di palazzo e la spedizione di eserciti verso mete lontanissime mentre un cerimoniale insistito e fastoso cede infine al massacro di due interi popoli, che domina nella seconda parte del poema.
La corte raffinata del Duecento, di cui, l'autore ha diretta esperienza, rivive accanto ad un mondo arcaico e cruento, la storia di Attila e Teodorico accanto al mito popolato di creature sovrumane ed oggetti magici.
Il motivo costante che accompagna il poema è, in ultima analisi, l'espressione di una concezione pessimistica della vita, sopravvivenza forse dello spirito tragico della religiosità germanica, ma conseguenza anche della concezione negativa della realta che il cristianesimo medievale diffonde soprattutto nel mondo germanico. Per questo la gioia terrena, se anche non si presenta come male in un testo non impegnato in una problematica religiosa come è il Nibelungenlied, tuttavia è sentita, per il fatto stesso di essere gioia e appartenere alla terra, fatalmente condannata ad una fine tragica. (Dal saggio introduttivo di Laura Mancinelli)

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