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Pasque di Sangue. Ebrei d'Europa e omicidi rituali

Bologna, Il Mulino, 2007, Biblioteca storica
cm 21.5x15.5, pp. 366-(10), 22 illustrazioni fuori testo di cui 5 a colori, cartonato, sovracoperta illustrata
Prima edizione, censurata e ritirata dal commercio. >>>

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INDICE

Prefazione, p.   7

I. A Venezia con Federico III (1469), 17
II. Salamoncino da Piove di Sacco, un finanziere d'assalto, 35
III. Asher, il giudeo dalla barba (1475), 45
IV. Portobuffolè, Volpedo, Arena Po, Marostica, Rinn, 61
V. Da Endingen a Ratisbona: omicidi rituali o favole di Grimm?, 75
VI. Sangue magico e terapeutico, 93
VII. Crocifissione e cannibalismo rituale: da Norwich a Fulda, 111
VIII. Precedenti lontani e la saga di Purim, 125
IX. Il sacrificio e la circoncisione: i significati di Pesach, 137
X. Sangue, lebbra e infanticidi nella Haggadah, 153
XI. La cena e l'invettiva: il Seder e le maledizioni, 163
XII. Il memoriale della passione, 173
XIII. Morire e uccidere per amor di Dio, 189
XIV. «Fare le fiche»: rituale e gesti osceni, 197
XV. La sfida finale di Israel, 209

Note, 225
Appendice documentaria, 307
Bibliografia, 325
Indice dei nomi, 349
Indice dei luoghi, 363
Questo libro affronta coraggiosamente uno dei temi più controversi nella storia degli ebrei d'Europa, da sempre cavallo di battaglia dell'antisemitismo: l'accusa, rivolta per secoli agli ebrei, di rapire e uccidere bambini cristiani per utilizzarne il sangue nei riti della pasqua.

Per quel che riguarda Italia, processi per omicidio rituale si ebbero quasi esclusivamente nella parte nord-occidentale, dove vi erano comunità di ebrei tedeschi (askhenaziti). Il caso più famoso accadde nel 1475 a Trento, dove numerosi ebrei della comunità locale furono accusati e condannati per la morte del piccolo Simonino, che la Chiesa ha poi venerato come beato fino a pochi decenni fa. Rileggendo senza pregiudizi la documentazione antica di quel processo e di vari altri alla luce della più vasta situazione europea e anche di uno puntuale conoscenza dei testi ebraici, l'autore mette in luce i significati rituali e terapeutici che il sangue aveva nella cultura ebraica, giungendo alla conclusione che, in particolare per l'ebraismo askhenazita, l'«accusa del sangue» non era sempre un invenzione.

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