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Le astuzie dell'intelligenza nell'antica Grecia

[Les ruses de l'intelligence], traduzione di Andrea Giardina


Roma - Bari, Laterza, 1977, Biblioteca di cultura moderna, 804
cm 21.5x13.5, pp. XIII-248-(8), brossura illustrata
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INDICE
 
Introduzione    IX

I. I giochi dell’astuzia


      1. La corsa di Antiloco    3
      2. La volpe e il polipo    16

II. La conquista del potere


      3. Le lotte di Zeus    41
      4. L’unione con Metis e la regalità del cielo    77

III. Alle origini del mondo


      5. La metis orfica e la seppia di Teti    97

IV. La sapienza divina: Atena, Efesto


      6. L’occhio di bronzo    131
      7. Il morso magico    139
      8. La cornacchia di mare    160
      9. I piedi di Efesto    194

V. Conclusione


     10. Il cerchio e il legame    211

L’abilità degli artigiani, il colpo d’occhio del navigante, l’intuito diagnostico del medico, le tattiche offensive e difensive degli animali: in una parola la «metis», l’intelligenza intuitiva, che per gli antichi Greci era il principio ispiratore di comportamenti e di scelte, fu relegata nel limbo della non-scienza dalla logica della filosofia platonica.


Rompendo il silenzio cui la «metis» è stata condannata dai grecisti moderni, Detienne e Vernant ricercano nei testi antichi le sue tracce ai vari livelli della prassi e del pensiero per restituirle il giusto valore accanto all’immagine trionfante che il «logos» ha lasciato di sé.

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