Chiudi
Premessa 1
Capitolo primo 13
Cultura romana e assetto della città nei primi anni del '900 ►
1. Il criticato Piano Regolatore del 1908 2. Le Associazioni culturali romane
Capitolo secondo 34
La formazione di una teoria dell'intervento nel centro storico ►
1. Dalla «via tra la Reggia e il Pantheon» alla teoria del diradamento
Capitolo terzo 62
La forma della città nuova ►
1. Il dibattito intorno all'assetto del quartiere di Piazza d'Armi 2. Ostia:
Capitolo quarto 84
Due ipotesi a confronto: Roma all'americana e il «fatale andare delle cose» ►
1. Il progetto di Marcello Piacentini del 1916 2. Lo sfiduciato realismo
Capitolo quinto 101
La Zona monumentale: dal Parco urbano alla «citta del pittoresco» ►
1. La Passeggiata Archeologica 2. Piazza Venezia: nodo irrisolto della Struttura urbana
Capitolo sesto 135
La questione delle abitazioni a Roma dopo la guerra: alcuni dati ►
1. L'articolazione sul territorio urbano del problema della casa
Capitolo settimo 152
La politica edilizia tra la fine della guerra e il fascismo ►
1. Gli indirizzi nazionali della legislazione per l'edilizia economica e popolare
Capitolo ottavo 191
La vita effimera della teoria della città giardino ►
1. Garbatella e città giardino Aniene 2. Dal villino alla «palazzina»
Capitolo nono 230
I primi anni della gestione fascista della città ►
1. Alcuni problemi di periodizzazione 2. Stato e Comune nei primi anni del fascismo
Capitolo decimo 256
L'abitazione e l'intervento pubblico ►
1. Centralizzazione e corporativismo dell'intervento pubblico — l'INCIS
Capitolo undicesimo 290
L'architettura dell'intervento pubblico ►
1. La definizione delle regole per la casa del pubblico funzionario
Capitolo dodicesimo 357
Mussolini, gli architetti e la città ►
1. Mussolini e i problemi di Roma: dal discorso del 21 aprile del '24
Capitolo tredicesimo 412
Govematorato, Istituto per le case popolari, architetti al I Congresso degli Studi Romani (1928) ►
1. Alcuni nodi politici del Congresso 2. Il piano di Roma al Congresso
Capitolo quattordicesimo 425
Roma alla Mostra dei Piani Regolatori del 1929 ►
1. La polemica tra Piacentini e Giovannoni 2. L'esposizione dei progetti per Roma alla Mostra 3. Il piano-progetto del Gruppo Urbanisti Romani 4. La presenza degli architetti romani al Congresso della Federazione Internazionale dell'Abitazione e dei Piani Regolatori
Fonti delle illustrazioni 459
Chiudi
Fraticelli Vanna
INDICE
Premessa 1
Capitolo primo 13
Cultura romana e assetto della città nei primi anni del '900 ►
1. Il criticato Piano Regolatore del 1908 2. Le Associazioni culturali romane
e la cultura internazionale della città
Capitolo secondo 34
La formazione di una teoria dell'intervento nel centro storico ►
1. Dalla «via tra la Reggia e il Pantheon» alla teoria del diradamento
2. Struttura della città e intervento nella teoria del diradamento edilizio
3. Il progetto per il quartiere Rinascimento del 1919
Capitolo terzo 62
La forma della città nuova ►
1. Il dibattito intorno all'assetto del quartiere di Piazza d'Armi 2. Ostia:
la prova generale dell'architettura per la città
Capitolo quarto 84
Due ipotesi a confronto: Roma all'americana e il «fatale andare delle cose» ►
1. Il progetto di Marcello Piacentini del 1916 2. Lo sfiduciato realismo
di Gustavo Giovannoni e la riaffermazione del modello centripeto per Roma
Capitolo quinto 101
La Zona monumentale: dal Parco urbano alla «citta del pittoresco» ►
1. La Passeggiata Archeologica 2. Piazza Venezia: nodo irrisolto della Struttura urbana
3. Il piano-progettodella Commissione reale
Capitolo sesto 135
La questione delle abitazioni a Roma dopo la guerra: alcuni dati ►
1. L'articolazione sul territorio urbano del problema della casa
Capitolo settimo 152
La politica edilizia tra la fine della guerra e il fascismo ►
1. Gli indirizzi nazionali della legislazione per l'edilizia economica e popolare
2. Blocco dei fitti e mercato nero; l'istituzione del Commissario alloggi
3. I provvedimenti per Roma e i compiti della Unione Edilizia Nazionale
4. Amministrazione comunale e politica della casa dopo la guerra
5. L'attività del principali enti per l'edilizia economica e popolare:
tra razionalizzazione dell'edilizia «a blocco» e «case rapide»
Capitolo ottavo 191
La vita effimera della teoria della città giardino ►
1. Garbatella e città giardino Aniene 2. Dal villino alla «palazzina»
Capitolo nono 230
I primi anni della gestione fascista della città ►
1. Alcuni problemi di periodizzazione 2. Stato e Comune nei primi anni del fascismo
3. La liquidazione dello SMIR 4. Edilizia tra inflazione e deflazione
Capitolo decimo 256
L'abitazione e l'intervento pubblico ►
1. Centralizzazione e corporativismo dell'intervento pubblico — l'INCIS
2. L'lstituto per le case popolari: tra «casette rapide» per i baraccati
e case per il ceto medio
Capitolo undicesimo 290
L'architettura dell'intervento pubblico ►
1. La definizione delle regole per la casa del pubblico funzionario
2. Tipologia e dimensione d'intervento dell'Istituto per le case popolari
3. Case convenzionate: simbolo del regime
4. 1928: anno di crisi per la cultura architettonica romana
Capitolo dodicesimo 357
Mussolini, gli architetti e la città ►
1. Mussolini e i problemi di Roma: dal discorso del 21 aprile del '24
a quello del 31 dicembre del '25 2. La vicenda della Variante al Piano Regolatore del 1908:
il primo contrasto tra cultura e gestione della città 3. I contenuti della Variante
4. Le polemiche sull'assetto della città antica: dal progetto della Variante del '24
alla crisi della metodologia del diradamento
Capitolo tredicesimo 412
Govematorato, Istituto per le case popolari, architetti al I Congresso degli Studi Romani (1928) ►
1. Alcuni nodi politici del Congresso 2. Il piano di Roma al Congresso
Capitolo quattordicesimo 425
Roma alla Mostra dei Piani Regolatori del 1929 ►
1. La polemica tra Piacentini e Giovannoni 2. L'esposizione dei progetti per Roma alla Mostra 3. Il piano-progetto del Gruppo Urbanisti Romani 4. La presenza degli architetti romani al Congresso della Federazione Internazionale dell'Abitazione e dei Piani Regolatori
Fonti delle illustrazioni 459
La ricostruzione degli avvenimenti che hanno inciso sulla storia urbana procede per «storie parallele»: da una parte la trasformazione reale della città, interpretata attraverso dati quantitativi e qualitativi che ne illustrano le caratteristiche rispetto alla «condizione abitativa»; dall'altra, si svolgono le vicende, piene di tensioni, tra polemiche inusitatamente violente e poi mediazioni, dei rapporti tra coloro che gestiscono in concreto la trasformazione della città attraverso la politica dell'amministrazione, degli enti pubblici, degli enti parastatali e privati, e la cultura architettonica, inizialmente compatta nell'indicare le linee da perseguire e poi profondamente lacerata, di fronte alle scelte da compiere ma che pretende comunque di essere classe dirigente.
Le idee funzionali e architettoniche per la città nella sua interezza, il lungo e travagliato dibattito sul destino del centro antico, i progetti per la città nuova che i principali protagonisti misero a punto, sono analizzati nel loro svolgersi in rapporto alla volontà, unanime, di fare di Roma la capitale di uno stato moderno e alla contraddizione tra questa volontà e i problemi di una città in cui la «questione delle abitazioni» assume caratteri specifici non solo per la rilevanza quantitativa ma anche per gli equilibri politici che rischia di compromettere.
Dalla analisi emerge anche l'esistenza di una complessa rete di rapporti internazionali, che smentisce, almeno per quegli anni, l'isolamento e il provincialismo dell'Italia dal resto d'Europa.
Sicché è possibile ricostruire i termini concreti della continuità della politica del fascismo per Roma con i governi immediatamente precedenti e insieme metterne in luce gli elementi nuovi, differenti, che hanno determinato la Roma di oggi: al di là delle posizioni ideologiche che il tema sembra costantemente suggerire alla storiografia della città.
Ciò impone, ancora, di risalire alle origini e agli sviluppi del dibattito teorico che negli anni Venti si è misurato sul tema della città moderna, confrontandone tesi e verificandone differenze: per non volerne forzosamente ammettere comunque e sempre tanto la presunta progressivita, quanto la inutile equivalenza.