Con questo quarto volume dell’opera di Spriano siamo all’antefatto della Resistenza, nell’intrico del «fronte interno» italiano. Un tema domina la narrazione e l’analisi: il processo di erosione e di disgregazione delle basi di massa del regime, il sorgere e il coagularsi delle varie opposizioni, il modo come si arriva, passando dall’illegalità più piena alla strana «semilegalità » dei famosi « quarantacinque giorni» dell’estate del 1943, alla formazione dell’unità antifascista. Proprio per la ricchezza del materiale inedito esplorato, per le grandi novità che la situazione presenta, Spriano ha dedicato un intero volume al triennio della «guerra fascista», riservando all’ultimo volume, il quinto, la trattazione del periodo della Resistenza e della conquista della Repubblica, dall’8 settembre del 1943 al 2 giugno del 1946.
Il quadro generale in cui s’inserisce ora la vicenda dei comunisti italiani è quello del gigantesco conflitto che oppone le potenze nazifasciste alla «Grande alleanza» tra Inghilterra, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. Passiamo dal «disfattismo rivoluzionario», nel 1939-41, alla parola d’ordine dei fronti nazionali, verifichiamo come l’indicazione della «lotta armata» trovi le sue prime faticose applicazioni. È chiarita — in alcuni dei capitoli più illuminanti — l’evoluzione della politica del comunismo internazionale, con la tappa storica fondamentale dello scioglimento del Komintern (di cui si mettono a fuoco gli aspetti diplomatici e la prospettiva che lo sorregge).
Ma il quadro generale serve per riportare a fuoco, con maggiore concretezza, il momento cruciale di trapasso costituito dalla guerra per l’intero popolo italiano e per le sue minoranze rivoluzionarie. Dall’apatia alla sfiducia, al crollo del fascismo, dal pullulare di gruppi spontanei, giovanili, proletari, intellettuali, che danno le prime battaglie clandestine, all’esplosione della protesta degli operai di Torino e di Milano, nel marzo del 1943: un episodio che fa spicco come l’unico caso di scioperi di massa in un paese in guerra, che qui è ricostruito nelle sue origini, nella sua dinamica, nei suoi limiti reali.
Col 25 luglio del 1943 la trattazione assume un ritmo più serrato, tirando le fila intessute dall’indagine precedente. L’intervento delle masse popolari si scontra contro un regime di dittatura militare, la debolezza dell’alternativa antifascista si accompagna con il progresso reale del suo processo unitario. La questione storica dei «quarantacinque giorni» viene cosi affrontata nei suoi aspetti sociali, civili, politici più vari e nei suoi ferrei condizionamenti. Incombe la tragedia dell’armistizio, dello sfacelo dell’esercito, ma si pongono anche le basi politiche della guerra di liberazione, la classe operaia vive un’intensa maturazione di esperienze ma la situazione reale non le offre alcuna prospettiva insurrezionale.
Puntando su tutte queste contraddizioni reali, il volume si inserisce fortemente nell’attuale dibattito storiografico sul periodo svelando, con una ricerca originale, un metodo che respinge sia il trionfalismo che la recriminazione.