Paolo Spriano è giunto alla conclusione della sua lunga fatica: dodici anni di lavoro, cinque volumi, quasi duemilacinquecento pagine, la Storia del Partito comunista italiano ricostruita dalle origini, sulla base fondamentale di materiale inedito d’archivio. Con il quinto e ultimo volume, l’autore affronta un intreccio e un confronto che sinora la storiografia sul periodo aveva appena sfiorato, quelli dell’Italia divisa in due nei venti mesi che vanno dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla liberazione del Nord, alla fine d’aprile del 1945.
Partendo sempre da un aspetto caratteristico — la vicenda dei comunisti, che in quei mesi assumono per la prima volta in Italia ruolo di protagonisti — Spriano traccia un panorama vastissimo nel quale si rincorrono questi grandi filoni: lo sviluppo della guerriglia e del movimento partigiano; Pinter vento e la lotta della classe operaia nei grandi scioperi del 1943-44 fino all’insurrezione popolare; la condotta degli Alleati e la «politica italiana» dei Tre Grandi; l’intenso dibattito nel PCI, nella sinistra, nel CLN; la situazione del Sud, dall’anno zero del dopo-armistizio alla dialettica successiva dei partiti, delle forze sociali, del mondo contadino, nel contrasto tra spinte rinnovatrici e situazione reazionaria; il «problema dell’insurrezione» nello scorcio finale della guerra, fino all’epilogo delle giornate esaltanti della liberazione.
Il sottotitolo del volume, La Resistenza. Togliatti e il partito nuovo, ripropone la stessa tematica nello sviluppo del Partito comunista che è alla testa della «guerra guerreggiata» ai tedeschi e ai fascisti e che elabora una sua prospettiva, quella della «democrazia progressiva» nel corso della lotta e per l’indomani della guerra.
La funzione di Togliatti in questo quadro assume un rilievo centrale, non soltanto nella progettazione del «partito nuovo», cioè partito nazionale e di massa, ma nell’articolazione della tattica e del movimento; vi emerge la figura di un costruttore e di un capo.
Come per il problema della «svolta di Salerno», qui tratteggiato nei suoi risvolti internazionali e nel suo significato di scelta storica, cosi per la generale collocazione comunista nella lotta politica del tempo, il volume è ricco di novità, nella documentazione e nella riflessione interpretativa. Con quella di Togliatti, la personalità e l’azione degli altri maggiori dirigenti comunisti, da Luigi Longo a Pietro Secchia, da Mauro Scoccimarro a Giorgio Amendola, rivivono qui attraverso una minuziosa ricostruzione — condotta sulla base dei verbali della dirczione – delle rispettive posizioni. Ma i protagonisti del libro non sono essi soltanto.
Nella narrazione di Spriano il ritmo di ogni fase della guerra di liberazione, i sacrifici dei militanti, l’epopea garibaldina di una gioventù alla macchia, il dramma di un tempo di rovina e di riscatto, se animano la pagina della rievocazione di mille episodi, riconducono l’esperienza di un momento irripetibile al discorso più attuale sulle fondamenta della nuova Italia che esce da quella prova.

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