Tra il 1948 e il 1956 il PCI conduce una lotta politica aspra, che riflette la contrapposizione internazionale della guerra fredda e le esasperate tensioni della società italiana. Passando attraverso la scomunica di Tito, l’attentato a Togliatti, i morti di Modena, l’occupazione delle terre, i comunisti italiani si affermano come una rigida e centralizzata organizzazione di combattimento che lotta per resistere a una tenace repressione e all’isolamento politico, senza abbandonare il terreno della democrazia.
Con il 1953, l’anno della morte di Stalin e della sconfitta della «legge truffa», il clima si fa meno incandescente. La situazione politica si rimette in movimento, alla confusa ricerca di una «apertura a sinistra» in direzione del Partito socialista, sostenuta apertamente anche dal PCI. Ma questa ricerca viene bruscamente interrotta dai drammatici avvenimenti del 1956: la destalinizzazione avviata da Chruscèv, l’invasione sovietica dell’Ungheria approvata dai comunisti italiani. Anche l’importante rinnovamento compiuto dal PCI al suo VIII congresso, attraverso l’adozione di una autonoma «via italiana al socialismo», ne risulta profondamente condizionato.
Fonti archivistiche inedite, sia italiane che straniere, costituiscono la trama di questo volume, dal quale emerge un ritratto nuovo del PCI negli anni del centrismo: un quadro tutt’altro che monolitico e spesso contraddittorio, composto dalle vivaci discussioni e dagli acuti conflitti che animano il gruppo dirigente, dal rapporto difficile e tormentato che la macchina organizzativa e la cultura del partito instaurano con il rapido mutare della società italiana.

Renzo Martinelli insegna Storia dei partiti e dei movimenti politici alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. È autore di saggi e ricerche, prevalentemente dedicati alla storia del movimento operaio italiano, tra i quali Il Partito Comunista d’Italia 1922-1926, Roma 1977, e Antonio Labriola 1843-1904, Roma 1988. Ha curato numerose edizioni di testi e documenti, tra cui Il fronte interno a Firenze, Firenze 1989, e (con Maria Luisa Righi) La politica del Partito comunista italiano nel periodo costituente, Roma 1992. Con il volume Il «Partito nuovo» dalla Liberazione al 18 aprile, Torino 1995, ha intrapreso la continuazione della Storia del Partito comunista italiano di Paolo Spriano.

Giovanni Gozzini insegna Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Firenze. È autore di studi su Firenze nell’Ottocento (Firenze francese, Firenze 1989; Il segreto dell’elemosina, Firenze 1994) e sulla storia dello sterminio nazista (La strada per Auschwitz, Milano 1996). È membro della direzione della rivista «Passato e presente».

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