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Che fare? Seguito dagli atti delle sedute del secondo congresso del Partito operaio socialdemocratico russo (1903) e dagli scritti di V. Akimov, P. Aksel'rod, A. Bogdanov, V. Lenin, L. Martov, D. Rjazanov, G. Plechanov, L. Trockij, V. Vorovskij sul concetto di partito

A cura di Vittorio Strada


Torino, Einaudi, 1971, NUE - Nuova Universale Einaudi, 122
cm 18x12, pp. CXVI-514-(4), tela, sovracoperta illustrata
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INDICE

Introduzione di Vittorio Strada, VII
Avvertenza, XCIII
Cronologia della vita e delle opere di V. I. Lenin, XCV

Che fare?

Prefazione, 3
I. Dogmatismo e «libertà di critica», 9
II. La spontaneità delle masse e la coscienza della socialdemocrazia, 37
III. Politica tradunionista e politica socialdemocratica, 71
IV. Il primitivismo degli economisti e l'organizzazione del rivoluzionari, 119
V. «Piano» di un giornale politico di tutta la Russia, 178
Conclusione, 207

Appendice   Tentativo di unificazione dell'«Iskra» col «Rabočee Delo», 211
Rettifica al Che fare?, 220

Appendici al Che fare?, 223

Testi sul Che fare?
Dagli «Atti del secondo congresso del POSDR», 243
V. AKIMOV. I principl organizzativi della vecchia «Iskra», 320
P. AKSEL'ROD. Sulla fonte e sul significato delle nostre divergenze organizzative, 338
RJADOVOJ. Rosa Luxemburg contro Karl Marx, 347
G. PLECHANOV La classe operaia e gli intellettuali socialdemocratici, 360
V. VOROVSKIJ. I frutti della demagogia, 389
L. MARTOV. Proletari e intellettuali nella socialdemocrazia massa, 399
L. TROCKIJ. Giacobinismo e socialdemocrazia, 418
N. RJAZANOV. «Dall'alto» o «dal basso», 444
V. l. LENIN. Prefazione alla raccolta Za 12 let [Dodici anni], 462

Cenni biografici, 481
Indice delle riviste e organizzazioni, 497
Indice del nomi, 501

Il Che fare? di Vladimir Il'ic Uljanov (Lenin), il testo fondatore del bolscevismo, fu scritto settant'anni fa, tra l'autunno del 1901 e il febbraio del 1902, e fu pubblicato per la prima volta a Stoccarda nel marzo del 1902.

Nessun altro libro politico del nostro secolo si è aperto un cosi vasto e durevole cammino nella storia, trasformando le proprie costruzioni teoriche in azione e in realtà tuttora ricche d'avvenire. Ma la sorte del Che fare? in quanto libro non è stata degna della sua intrinseca sostanza.
Sradicato dal fecondissimo terreno di pensiero e di prassi rivoluzionaria in cui si nutrì, esso ha disseccato in astrattezza la propria vitalità per farsi poi opera venerabile e consacrata di un culto assoluto che, pervertendo la natura del leninismo, si preoccupava in primo luogo, naturalmente, di vietarne una conoscenza storica marxista aperta alle nuove potenzialità del presente. Si è creata cosi la situazione paradossale che il Che fare? non è mai stato pubblicato con quel capitale corredo di documenti che è necessario per intenderne criticamente tutta la portata d'innovazione. La presente edizione del Che fare?, alla quale Vittorio Strada premette una interpretazione inedita del pensiero leniniamo, offre per la prima volta i materiali fondamentali di un dibattito che, suscitato da quel libro, all'inizio del secolo investì tutto il movimento socialdemocratico russo, ne determinò le sorti future e ancor oggi, anzi soprattutto oggi dispiega un sorprendente valore d'analisi profonda e appassionata.

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