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Gli arabi in Italia. Cultura, contatti e tradizioni

Prefazione di Giovanni Pugliese Carratelli


Milano, Libri Scheiwiller - Credito Italiano, 1979, Antica Madre, 2, cm 28.5x22 pp. 763-(9), 3 carte geografiche, 739 illustrazioni in gran parte a colori nel testo, tela, sovracoperta illustrata, custodia mutaPrima edizione fuori commercio. >>>

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INDICE

PRESENTAZIONE di Silvio Golzio  9
PREFAZIONE di Giovanni Pugliese Corratelli  11

STORIA, CULTURA E CIVILTÀ DEGLI ARABI IN ITALIA di Francesco Gabrieli


Gli Arabi  15
Gli Arabi nel Mediterraneo  25
Gli Arabi in Sicilia  35
Gli Arabi in terraferma italiana  109
Vita quotidiana, economica e sociale nella Sicilia araba  149
Cultura, poesia, scienza  167
Gli Arabi nella civiltà italiana dal Trecento al Novecento  223


ARTE ISLAMICA IN ITALIA di Umberto Scerrato


Per una lettura dell'arte islamica  275
L'epigrafia  281
L'architettura  307
Gli stucchi  343
La pittura  359
La ceramica  399
Gli avori  447
I vetri  477
I cristalli di rocca  497
I legni  521
I metalli  541


CONTRIBUTI


La componente urbanistica islamica nella formazione delle città italiane di Enrico Guidoni  575


   La Sicilia  578
   L'Italia peninsulare  590

La ceramica siculo-musulmana di Antonino Ragona  599

La monetazione della Sicilia araba e le sue imitazioni nell'italia meridionale di Paul Balog  611
   La Sicilia normanna  616
   La Penisola italiana  620

Il contributo scientifico di Alessandro Bausani


   Introduzione   629
   Caratteristiche generali  630
   Le matematiche   631
   Astronomia e scienze affini  635
   Scienze occulte e medicina  654
   Conclusioni  655

I fondi dei manoscritti arabi, persiani e turchi in Italia di Angelo Michele Piemontese  661


APPENDICE: TESTI E DOCUMENTI (a cura di Francesco Gabrieli)


Antica poesia araba: «Il bandito del deserto» (versione di Francesco Gabrieli)  691
La cronaca di Cambridge (versione di Michele Amari)  694
Conquista e perdita della Sicilia nello storico Ibn al-Athìr (versione di Michele Amari)  697
I Saraceni nel Mezzogiorno, nelle cronache latine dei secoli IX e X  706
   I Saraceni a Brindisi (Chronicon Salernitanum)  706
   Apolaffar e Siconolfo (Chronicon Salernitanum)  706
   Un miracolo di San Benedetto (Chronica Sancti Benedicti)  706
   I Saraceni s'impadroniscono di Bari (Chronica Sancti Benedicti; Erchemperto)  707
   Presa di Taranto, cattura e uccisione di Massar (Chronica Sancti Benedicti) 707
   Saccheggi e nefandezze di Sawdàn (Erchemperto; Chronica Sancti Benedicti)  707
   Disfatta di Cincimo, Emiro di Amantea, mosso in aiuto di Sawdàn. Riconquista cristiana di Bari
   (Andrea da Bergamo; Chronicon Salernitanum; Giovanni Diacono)   708
Veneziani e Saraceni in Adriatico (Giovanni Diacono)  708
San Vincenzo al Volturno, oggi di Francesco Gabrieli  709
Valore e funzione dell'elemento saraceno nel Mezzogiorno
   (da Giosuè Musca, L'emirato di Bari, 847-851, Dedalo, Bari 1964, pp. 153-55)  710
I Saraceni in Piemonte: «Planctum super Pedona»  712
Gli Arabi e la Sardegna (da E. Besta, La Sardegna Medioevale, Palermo 1908)  712
Una descrizione araba di Roma nel IX secolo (versione di Francesco Gabrieli)  714
Berta di Toscana e il califfo al-Mùktafi (versione di Giorgio Levi Della Vida)  715
Gesta di Pisa contro i Saraceni: ricordi poetici ed epigrafici (versione di Amedeo Giacomini)  716
   Vittoria di Reggio  717
   Vittoria di Sardegna  717
   Vittoria di Bona  717
   Vittoria di Palermo   717
   L'impresa delle Baleari (1113-1115)  718
Descrizione di Palermo e vituperi dei Siciliani in Ibn Hawqal  733
   I (versione di Michele Amari)  733
   II (versione di Francesco Gabrieli)  735
La nostalgia della Sicilia in Ibn Hamdìs (versione di Francesco Gabrieli)  736
I poeti arabi di Ruggero (versione di Francesco Gabrieli)  738
La Sicilia arabo-normanna in Ibn Giubair (versione di Celestino Schiaparelli)  738
La virago musulmana di Entella (versione di Francesco Gabrieli)  748
Un istituto deirislàm classico: la 'zakàt' (da Celestino Schiaparelli)  749
Un trattato moresco d'amore: «Il collare della colomba» (versione di Francesco Gabrieli) 749
Dal «Libro della Scala», sull'oltretomba musulmano (versione di Amedeo Giacomini) 752
Il commercio del Levante nel Medioevo (da Guglielmo Heyd, Storia del commercio del Levante nel Medioevo,
   U.T.E.T., Torino 1913
)  756


REFERENZE FOTOGRAFICHE  764

RINGRAZIAMENTI  764
La provvidenziale vocazione di ogni gente umana ad accettare e far proprie le conquiste culturali altrui, superando distante e diversità e risolvendo in arricchimento di umanità anche le dolorose esperienze di antagonismi e di guerre, si è manifestata in tutti i tempi nell'italia in un grado elevato, a cui è comparabile soltanto quello raggiunto nell'antica Grecia.

Se spesso i contatti internazionali sono stati favoriti dalla situazione geografica o promossi da esigenze economiche, è evidente che la disposizione cosmopolitica degli Italiani si è definita e sviluppata per la durata e la molteplicità delle esperienze politiche religiose artistiche chessi hanno avuto nel corso della loro storia; e in relazione appunto a tali esperienze si è variamente espressa da regione a regione. Una vicenda particolarmente significativa è stata quella della conquista araba, che nell'Europa medievale ha coinvolto la penisola Iberica (e per un breve momento la Francia occidentale) e la Sicilia (con qualche parte dell'Italia meridionale), e ha lasciato una forte impronta in ambedue i paesi, donde a loro volta i conquistatori hanno ricevuto fermenti e ispirazioni. Come ha scritto Herbert A. L. Fisher nella sua Storia d'Europa, «la civiltà musulmana della Spagna medievale si deve in minima parte soltanto al genio del popolo arabo ... : i musulmani di Spagna sposavano fanciulle spagnole, si valevano di dottori giudei e non si vergognavano di cercare a Bisanzio artisti e artigiani che decorassero le loro moschee e i loro palazzi mentre la coltivazione del suolo era da loro affidata a contadini indigeni, il cui albero genealogico risaliva probabilmente, almeno in Andalusia, all'epoca romana». Non meno intenso, e fervido di mutue suggestioni, il rapporto degli Arabi con la Sicilia. Qui e nella vicina estremità della penisola, l'antica «Magna Grecia», nello spazio di due millenni si erano incrociate scontrate fuse - molto più che nella remota Iberia - tradizioni culturali della più varia origine: dall'Egeo minoico e miceneo, dalla Grecia, dall'Anatolia e dalla Siria, dall'Europa occidentale. Cretesi e Achei, Sicani e Siculi, Elimi e Fenici, Greci e Romani, Giudei e Vandali avevano lasciato nell'isola, naturale punto d'incontro tra l'Europa, l'Asia e l'Africa, necessaria stazione d'ogni viaggio mediterraneo da est a ovest, un eredità straordinariamente varia e cospicua - di scienza politica, di pratica mercantile, di perizia agricola, di raffinatezza letteraria artistica e tecnica - perennemente rielaborata e distinta da un impronta unitaria. La dominazione araba durò in Sicilia molto meno che nella Spagna; ma la cultura islamica, ricca di apporti orientali e greci, trovò nell'isola un terreno estremamente propizio, e ne trasse nuovo alimento e un vigore che persistette dopo la vittoria normanna e durante il regno fridericiano.
E se numerosi Musulmani preferirono l'esilio alla soggezione agli «infedeli», li accompagnò nella loro diaspora un acuta nostalgia per l'isola felice; come nei versi di Ibn Hamdìs, che rimase per sempre lontano dalla terra dov'era nato: «Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell'animo il ricordo ...».
A illustrare con scritti e con immagini i momenti del contatto di due civiltà di segno religioso profondamente diverso, i suoi frutti, la continuità del suo operare, è dedicato questo libro, nel quale - per la prima volta dopo l'opera dell'Amari - sono sistematicamente delineati i principali aspetti della presenta dei Musulmani in Sicilia e in altre parti d'Italia: tanto della loro presenta diretta, di dominatori o di sudditi, in ogni condizione sensibili al patrimonio culturale delle terre che li ospitavano, quanto del contributo ch'essi hanno dato alla Sicilia, trasfondendo in quel patrimonio le loro proprie conquiste e creazioni civili, conteste anch'esse di elementi orientali e greci. Ne vengono trascurati i documenti dei contatti d'altra natura tra l'Italia medievale e il mondo islamico: da quelli che provengono dai traffici delle repubbliche marinare con i paesi islamizzati delle coste mediterranee, o da imprese di crociati, a quelli che attestano la persistenza di relazioni culturali oltre che commerciali quando era tramontata ogni signoria di Saraceni in Europa. Viene cosi debitamente integrata, in termini di insolita ampiezza, la tradizionale immagine della civiltà dell'Italia medievale; e a una delle sue componenti viene dato un più giusto rilievo. GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI

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