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Il revival gotico. Un capitolo di storia del gusto

[The Gothic Revival], traduzione di Renzo Federici


Torino, Einaudi, 1970, Einaudi Paperbacks, 20, cm 20.5x12.5, pp. XVI-227-(5), 16 illustrazioni in b/n fuori testo, brossuraUnica edizione italiana. >>>

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INDICE

Prefazione alla prima edizione p. IX
Nota alle edizioni successive X
Lettera a Michael Sadleir XI

Il Revival gotico

Introduzione 3
I. La sopravvivenza del gotico 7
II. Influenze letterarie 24
III. Rovine e rococò: Strawberry Hill 42
IV. Romanticismo ed archeologia 61
V. Chiese 87
VI. Il Palazzo del Parlamento 102
VII. Pugin 116
VIII. Ecclesiologia, 144
IX. Gilbert Scott 170 170
X. Ruskin
Epilogo 209

Indice dei nomi 221

Alla metà dell'800 era in piena fioritura in Inghilterra il gusto per le forme dell'architettura gotica, l'interesse per il mondo e la sensibilità medievali. È vero che una tradizione architettonica legata ai modi gotici era rimasta in vita fino a quel momento in modi più o meno occulti, più o meno antiquari, ma è solo a partire dal più tardo '700 che si avvertono i primi fermenti del gusto del neogotico in senso stretto.

Il rapporto tra una certa immagine di decadenza fisica raffigurata in termini drammatici e l'architettura gotica appare come naturale in un gran numero di romanzi storici, di evocazioni poetiche; l'architettura influenza il gusto letterario, e questo concorre a creare, con le sue analogie e associazioni immaginative, l'esigenza di riproporre costruttivamente i modi di quel periodo. All'origine furono costruzioni bizzarre, strane, soffuse di una pseudo religiosità, richiamata dall'associazione fra medioevo e idea del cattolicesimo, con addentellati pittoreschi e sentimentali. Da qui, dal restauro di chiese, dalla costruzione di nuovi edifici religiosi e civili inizia la vicenda neogotica. Ma più che a trattare delle singole opere il classico libro di Kenneth Clark bada a esaminare l'epoca che le ha prodotte, le esigenze formali e fantastiche del tempo, le componenti culturali e ideologiche della sensibilità che le ha volute. Ne vien fuori un libro di storia della cultura di estrema chiarezza ed eleganza: uno di quei libri magistrali e semplici, che solo un eccezionale bagaglio di erudiziene e una grande lucidità di visione critica consentono di scrivere.

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