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Lotte sociali e restaurazione autoritaria nel III secolo d.C.

Roma - Bari, Laterza, 1973, Collezione storica , cm 21.5x13.5, pp. VIII-714-(2), tela, sovracoperta illustrataNuova edizione. La prima è del 1970 (Pubblicazioni della facoltà di lettere dell'Università di Catania). >>>

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INDICE DEL VOLUME

Premessa   V
Introduzione  Un'epoca di angoscia   1

Parte I
IL TERZO SECOLO COME PROBLEMA STORICO



I. La visione della decadenza   17


1. Idea della decadenza e classicismo. E. Gibbon e la storiografia illuministica sulla decadenza dell'Impero   17
2. La dissoluzione della cultura antica. J. Burckhardt e la «Dämonisierung des Heidentums»   31
3. «Die Ausrottung der Besten». Decadenza e determinismo sociale. I problemi della società imperiale nell'interpretazione di O. Seeck   50
4. Il III secolo nell'interpretazione della storiografia liberale. Proletariato rurale e «borghesie» cittadine nella Social and Economic History of the Roman Empire di M. I. Rostovtzeff   72

II. Continuità e trasformazione. La Spätantike «epoca di destrutturazione sociale»   93


1. La critica all'idea di decadenza. Continuità e trasformazione nella moderna storiografia sul III secolo   93
2. Agli inizi della tarda antichità: il III secolo come «epoca di destrutturazione sociale»   105


Parte II
LE BASI STRUTTURALI



III. Struttura e caratteri dell'economia imperiale   119


1. Una premessa: storia «événementielle» e la «longue durée»   119
2. Imperium romanum e realtà provinciali   123
3. Laissez-faire, laissez-passer   128
4. La dinamica del decentramento. I poli di sviluppo dell'organismo economico dell'impero   134
5. Teoria senza prassi e scienza senza tecnologia   145
6. Un «decollo» mancato  149
7. Lavoro schiavile e «blocco» economico   152
8. Un colosso dai piedi d'argilla   155

IV. Le forze produttive. La trasformazione delle strutture agrarie   157


1. Il problema della produttività agricola: verso la concentrazione latifondistica   157
2. Le classi possidenti ed i problemi della conduzione agraria: proposte e realizzazioni   166
3. La politica del governo: crisi demografica ed Institutiones Alimentariæ   176
4. La politica agraria degli Antonini. Le iscrizioni africane ed il colonato   184
5. Agricoltura e riforme nell'età dei Severi   193
6. Verso il colonato   205


Parte III
UN FATTORE DI CATALISI: LE GENTES EXTERNAE



V. Un secolo senza pace: Germani e Persiani contro l'Impero   219


1. Premessa: la storia «esterna» del III secolo. Il problema barbarico   219
2. L'arresto dell'espansione   222
3. I prodromi di un incubo: il risveglio del mondo germanico   224
4. La crisi della «coesistenza». Le guerre marcomanniche   228
5. Forze centrifughe: l'«usurpazione» di Avidio Cassio   235
6. Il pericolo orientale: l'ascesa dei Sassanidi   238
7. Nazionalismo e religione nel nuovo impero: Kartîr ed il clero zoroastriano   247
8. Shâpûr il vittorioso   254
9. L'ora di Palmira   260
10. Restitutor imperii. Aureliano e l'unità dell'impero   268


Parte IV
LA DINAMICA SOCIO-ECONOMICA. LE FORZE DELLA TRASFORMAZIONE



VI. L'inflazione e la crisi monetaria   273


1. Premesse: il problema   273
2. Lineamenti del sistema monetario romano nell'Alto Impero   277
5. Difficoltà economiche durante il regno di Commodo   283
4. Il denario di Settimio Severo   292
5. Le conseguenze dell'inflazione. La politica monetaria di Settimio Severo   300
6. La politica monetaria e finanziaria degli imperatori da Caracalla a Gordiano III. Il problema dell'Antoninianus   322
7. Le vicende dell'Antoninianus: la politica monetaria degli imperatori romani dai Gordiani ad Aureliano   334
8. La grande inflazione. La riforma monetaria di Aureliano   346
9. Le conseguenze della riforma: verso una nuova economia   356

VII. Lotte sociali e prese di coscienza   365


1. L'inflazione ed i suoi costi sociali   365
2. La «militarizzazione» dell'impero: lotta di classe tra borghesia urbana e contadini-soldati?   381
3. La crisi delle municipalità. Il proletariato urbano e le oligarchie cittadine   423

VIII. Verso un'altra cultura. La Spätantike e la democratizzazione della cultura   465


1. Un problema di «acculturazione»: democratizzazione della cultura e «decolonizzazione»   465
2. «Separatismi» e «nazionalismi» provinciali? Il problema della «rinascenza celtica»   468
3. Culture «locali» nell'Africa romana   474
4. La crisi montanista   478
5. Nazionalismo nell'Egitto romano: alle origini della cultura copta   483
6. Plebi cristianizzate e classi superiori nella Siria tardo antica: alle origini della cultura nazionale siriaca   493


NOTE   501


   Abbreviazioni   503
   Note all'introduzione   509
   Note al Cap. I   517
   Note al Cap. II   545
   Note al Cap. III   557
   Note al Cap. IV   579
   Note al Cap. V   603
   Note al Cap. VI   629
   Note al Cap. VII   659
   Note al Cap. VIII   685

Indice del nomi   701
In questo libro il III secolo viene collocato nella prospettiva già indicata da Santo Mazzarino, e giudicato «epoca di disintegrazione»: non un'età di rottura rispetto al passato, ma l'inevitabile conseguenza di una politica impostata duecento anni prima.


L'impero romano mantiene ancora i confini conquistati e controlla un territorio sterminato, governando attraverso il suo complesso sistema burocratico popolazioni diversissime per costumi, strutture sociali ed esigenze economiche. I confini danubiani e renani costituiscono insieme alla Mesopotamia zone di continua frizione. Ma non sonsolo i problemi militari a minacciare la colossale compagine romana: l'inflazione monetaria, le lotte sociali in Gallia e in Egitto — che spesso assumono tinte nazionali — il diffondersi del cristianesimo, contro il quale gli imperatori scatenano sanguinose persecuzioni, sono i più gravi elementi della crisi che travaglia l'impero.
Mazza ne analizza le cause risalendo alle origini del principato, fino ai fatidici anni del potere di Augusto, e tracciando le linee di una vera e propria storia dell'età imperiale.
Gli imperatori-soldati di questa «epoca d'angoscia» tentano di arginare la crisi con soluzioni di sapore «democratico». Aureliano, pur proclamando la natura carismatica del suo potere, sul campo di battaglia chiede ai soldati di pronunciarsi per alzata di mano sul proseguimento o sulla cessazione della guerra; Diocleziano tenta di imporre un calmiere per frenare il rialzo dei prezzi; entrambi — e tutti i loro predecessori, da Settimio Severo a Gallieno — varano misure per la difesa del denarius, la moneta usata per gli scambi e il commercio da ogni strato sociale, specialmente da quelli minacciati dall'inflazione.
Ma tutti i tentativi si rivelano fallimentari. Il secolo successivo vedrà la «restaurazione autoritaria» di Costantino, che aprirà le braccia al cristianesimo e affosserà per sempre il denarius. La nuova moneta d'oro coniata dalla zecca imperiale e utilizzata dai grossi possidenti, sarà il simbolo della società a piramide da cui nascerà, secoli dopo, il mondo feudale.

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