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Gli occhi giovani

Milano, Garzanti, 1977, Narratori moderni, cm 22x14.5, pp. 192-(8), cartonato illustratoRistampa accresciuta di Ragazzo di Trastevere. Comprende una serie di racconti scritti tra il 1948 e il 1953. Unica edizione. >>>

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Indice

La notte blu del tram (1948)  5
Poche parole a cena (1948)  23
Caffè avvelenato (1948)  29
Ritorno alla giungla (1949)  37
Ragazzo di Trastevere (1951)  49
D'estate con la barca (1951)  99
Un ospite di passaggio (1953)  119
   La trappola  121
   La vittima  124
   La prova  125
   Un passaggio  130
   Che cos'è un barman  135
   Colpo di fulmine  139
   Darling  148
   Qualcosa di orientale  151
   Somiglianze  155
   Week-end  157
   Una scena senza regia  159
   Parole al buio  162
   Visita al distretto  166
   Lola Satin  171
   Parole alla luce  175
   Che cos'è un attore  181
   L'americana  185
   Il principio  193

Accanto agli ultimi e inediti racconti di Patroni Griffi questa raccolta comprende anche i primi, chiaramente all'avanguardia al loro apparire — si pensi a un fulcro della letteratura neorealista come «Ragazzo di Trastevere» che precede Ragazzi di vita di Pasolini.

Tutti questi racconti mantengono o portano a compimento quel che si può definire il loro sapore acre e violento, la loro acerba leggiadria. Ne sono protagonisti prevalentemente dei giovani appartenenti al sottoproletariato o alla piccola borghesia, tutti giocati, solo e fatalisticamente, su una fisicità avida, a volte un po' ottusa, e sempre soffusa di morte. Un'umanità innocente e oltraggiata, pietosa e spietata. Precocemente consapevole del fatto che il corpo è la sua unica ricchezza, ne usa e ne abusa con disperata vitalità. I contatti sono prevalentemente o esclusivamente fisici, animalescamente liberi e lo stordimento che se ne ricava ha un fine ben preciso anche se inconscio: annebbiare i contorni di una realtà — quella italiana di quegli anni — che è bene affrontare il più tardi possibile. Così insofferenza e fatalismo si intrecciano strettamente e il furore autodistruttivo del giovane tisico di «Un ospite di passaggio» è lo stesso dell'adolescente piccolo-borghese di «D'estate con la barca»: il loro avventato andare incontro alla morte altro non è che il negarsi alla maturità: divenire adulti sarebbe accettazione di una precoce e turpe vecchiezza, consegnare se stessi a un sistema che è sinonimo di corruzione.


recensione in www.culturagay.it

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