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La posizione storica di Giacomo Leopardi

Torino, Einaudi, 1997, PBE - Piccola biblioteca Einaudi, 223
cm 18x10.5, pp. XV-(III)-429-(1), brossura
Nuova edizione 1997 riveduta e ampliata (sesta e definitiva edizione) >>>

€ 34
Indice (dell'edizione del 1997)


Premessa    p. vii
Nota alla seconda edizione riveduta    xi
Nota alla quarta edizione riveduta    xii
Nota alla quinta edizione riveduta    xiii
Nota alla sesta edizione riveduta e ampliata    xiv

La posizione storica di Giacomo Leopardi

Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818)    3
Il significato di «natura»    30
   Postilla 1    49
   Postilla 2    52
La crisi dell’anno 1821    59
La «posizione storica» di Giacomo Leopardi    98
Le due facce del «sistema di Stratone»    133
Materialismo e progressismo    155
   Postilla    167
Considerazioni «attuali» sul messaggio leopardiano    172
   Postilla    188
Leopardi: la cultura e la società dei suoi tempi    193
Noterelle leopardiane (dai Canti)    217
    Note ai «Canti»    251
La lettera allo Stella sul Petrarca    257
Infelicità e malvagità nella società moderna    271
La natura come circuito di produzione e distruzione    296
Cinque nuove noterelle    318
A mo’ di conclusione: Copernico, Leopardi, e il secolo xx    342
Cinque nuovi scritti leopardiani    331
Indice dei nomi    423
 
Indice (dell'edizione del 1974)



Premessa, p. VII
Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818)
Il significato di «natura», 30
La crisi dell'anno 1821, 51
La «posizione storica» di Giacomo Leopardi, 124
Le due facce del «sistema di Stratone», 146
Materialismo e progressismo, 146
Considerazioni «attuali» sul messaggio leopardiano, 160
Noterelle leopardiane (dai Canti), 179
Note ai «Canti», 203
Indice del nomi, 209
(quarta di copertina dell'edizione definitiva del 1997)


Nell’Italia della Restaurazione ci fu un uomo solitario che nell’interpretare il reale rifiutò ogni mediazione e compromesso. Alla sua poesia, nutrita di pensiero, consegnò le conclusioni più tragiche rompendo con tutta la tradizione. Il presente volume, in cui l’autore raccoglie i risultati di un lungo, ininterrotto lavoro, vuol dimostrare che la visione leopardiana del mondo testimonia energicamente che una crisi decisiva e irreversibile ha investito la società europea e la cultura umanistico-cristiana. L’uomo moderno, ormai in possesso di una lucida e corrosiva consapevolezza, è messo di fronte al crollo catastrofico di idee millenarie. All’uomo il Leopardi richiede una coscienza sempre vigile e la dura volontà di resistere al male e ad ogni illusoria consolazione. Per questo il romanticismo ha trovato in lui la voce più dissonante col tempo storico, ma anche la più duratura.
La presente edizione contiene, oltre molti ritocchi in pagine della edizione del 1992, due brevi rifacimenti e due scritti sul Leopardi filosofo: scritti non teorici, ma di carattere espositivo-discorsivo. Un terzo scritto, che sarà giudicato molto anomalo, presenta un Leopardi filosofo e moralista che con le sue «verità» getta fasci di luce sulle feroci tragedie del nostro secolo: tragedie che la memoria collettiva tende a dimenticare o del tutto ha già dimenticate. Inoltre due noterelle: la prima sul Sabato del Villaggio che considera soprattutto i commenti ai Canti fatti da Riccardo Bacchelli e da Fernando Bandini (Garzanti, Milano 1946 e 1975). L’altra contiene uno studio sulla seconda sepolcrale scritta a Napoli.

Bruno Biral è nato a Venezia dove per molti anni insegnò in un liceo. Con recensioni collaboré al «Ponte» di Piero Calamandrei, dove pubblicò saggi sul Leopardi, sul Guicciardini, sul «Cristianesimo di Dostojevskij». Collaborò anche con noterelle sulla vita civile e politica. E non pochi interventi letterari su vari giornali. Nelle «Lettere di Provincia» dell’editore Longo di Ravenna fu pubblicato un saggio manzoniano, Puntasecca su don Abbondio.

ISBN 88-06-37887-2
9788806378875, Lire 34000
 
(quarta di copertina dell'edizione del 1974)


Nell'Italia della Restaurazione ci fu un uomo solitario che nell'interpretare il reale rifiuto ogni mediazione e compromesso. Alla sua poesia, nutrita di pensiero, consegnò le conclusioni più tragiche, rompendo con tutta la tradizione. Il presente volume, in cui l'autore raccoglie i risultati di un lungo, ininterrotto lavoro, vuol dimostrare che la visione che il Leopardi ebbe del mondo testimonia, con spietata energia, che una crisi decisiva e irreversibile ha investito la società europea e la cultura umanistico-cristiana. L'uomo moderno, ormai in possesso di una lucida e corrosiva consapevolezza, è messo di fronte al crollo catastrofico di idee millenarie.
Destituite le vecchie mitologie e le metafisiche che avevano sanato e nobilitato le contraddizioni del reale, il mondo e l'uomo si scontrano come termini antagonistici. Nessun rapporto e più possibile se non quello di un implacabile rifiuto. All'uomo il Leopardi richiede una coscienza sempre vigile e la dura volonta di resistere al male e ad ogni illusoria consolazione. Per questo il romanticismo ha trovato in questo uomo solitario la voce più dissonante col tempo storico, ma più duratura.

Bruno Biral è nato a Venezia nel 1913 ed insegna lettere in un Liceo della città. Ha pubblicato saggi sul Guicciardini, sul Manzoni, su Dostoevskij, sulla repressione in Italia nel 1898. Ha collaborato a van giornali, e tuttora collabora alle riviste «Problemi», «Il Ponte », «Il Lettore di Provincia».

C. L. 3788-7

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