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Il pane selvaggio

Bologna, Il Mulino, 1983, Saggi, 195
cm 21x13.3, pp. 206-(18), brossura
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€ 15
INDICE DEL VOLUME

1. La «miserabile malattia»    p. 5
2. Il pane fuggente    17
3. Cannibalismo sacro e profano    25
4. «... se ne vanno per il mondo malabiando»    45
5. «Computruerunt in stercore suo»    55
6. La «carestia di vivere» e il «tempo del sospetto»    75
7. Il tempo di notte    83
8. Battaglie rituali e furori popolari    95
9. «Medicina pauperum»    101
10. «Strettezza di borsa»    111
11. Vertigini collettive    117
12. Sogni iperbolici    131
13. Paradisi artificiali    139
14. Il pane papaverino    151
15. La «volubile e verminosa colonia»    157
16. Putridi vermi e sordide lumache    173
17. Una città di mummie    185
18. Il trionfo della povertà    191

Indice dei nomi    203
Sullo sfondo d'una società povera e stracciata, flagellata da morbi oscuri e inquietanti, dominata dai tetri simboli del lazzaretto, dell'ospedale, dell'ospizio, balza sulla scena una folla «unta», piagata, ulcerata, tignosa, ossessionata da demoni, da folletti, da spettri, terrorizzata da vermi, lombrichi e da altri sordidi e allarmanti «animalcula», diabolicamente e perfidamente possessivi.

In questo quadro folto d'oscuri «segnali», l'esorcista e l'aromatario s'impongono come «assistenti» magico-culturali, primari punti di riferimento d'un mondo vampiresco nei quale non solo gli amuleti i talismani ma il grasso ed il sangue umano erano universalmente accettati dalla farmacopea popoiare e dalla medicina colta.
La società preindustriale — è una delle idee-forza del libro — viveva in uno stato di allucinazione pressoché continua. Fosse la fame (la più «normale» e diffusa delle droghe] con le sue carenze fisiologiche ad innescare il processo di perdita e alterazione della realtà, o la cattiva alimentazione in cui ai cereali si mescolavano erbe malefiche ed allucinogene, o l'uso universale dell'oppio [somministrato anche agli infanti), oppure la ricerca, attraverso le erbe, di sogni non paurosi e d'incontaminate riserve fantastiche inseguite con tecniche oniropoietiche stregonesche, il mondo «moderno» offre la sconcertante immagine di un immenso laboratorio di sogni.

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