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Il simbolo e la forma. Scritti di filosofia della scienza

A cura di Natalino Valentini e Alexandre Gorelov, traduzione dal russo di Claudia Zonghetti


Roma, Bollati Boringhieri, 2007, Nuova cultura, 168
cm 22x14.7, pp. 308-(14), ritratto dell'autore in antiporta, brossura illustrata con alette
Prima edizione italiana >>>

€ 39
INDICE

Introduzione di Natalino Valentini, IX
I. L'eredità culturale, IX - 2. Gli scritti scientifici, XIV - 3. Il contesto culturale e scientifico russo, XVII - 4. Ragione scientifica e verità ontologica, XXIV - 5. La matematica e la nuova concezione del mondo, XXXII - 6. Il principio di discontinuità e la comprensione della realtà, XXXIX - 7. La Weltanschauung scientifica e l'incarnazione della forma, XLIV - 8. La via simbolica della conoscenza, LII
Nota biografica su Pavel Aleksandrovič Florenskij di Natalino Valentini, LXIII
Bibliografia, a cura di Natalino Valentini, LXXIII

IL SIMBOLO E LA FORMA
Avtoreferat [Nota autobiografica], 3
La biografia, 3 La concezione del mondo, 5 Le opere, 11
Su un presupposto della concezione del mondo, 13
I simboli dell'infinito. (Saggio sulle idee di G. Cantor)
I tipi di crescita, 81

L'lNCARNAZIONE DELLA FORMA. L'AZIONE E LO STRUMENTO
I. Homo faber, 123
II. La prosecuzione dei nostri sensi, 135
III. La proiezione degli organi (Organprojektion), 159
IV. La simbolica delle visioni, 185
V. Lo strumentario, 201
VI. Il macrocosmo e il microcosmo, 208
Appendice I. Conclusione della lezione «Macrocosmo e Microcosmo» 21 novembre 1917, 222
Appendice 2. Lettera a V. I. Vernadskij, 224

I numeri pitagorici, 230
Symbolarium (Dizionario del simboli), 248
Gli Immaginari in geometria, 278
La fisica al servizio della matematica, 290

Indice dei nomi, 301
Gli scritti raccolti in questo volume appartengono a diverse fasi storiche dell'elaborazione teoretica e scientifica del grande genio russo. Riproposti nella loro successione cronologica, essi scandiscono alcune delle tappe fondamentali del suo percorso di ricerca: dalla conclusione degli studi matematici all'Università di Mosca (1904), intrisi ancora delle inebrianti scoperte e potenzialità delle teorie di Georg F. Cantor, all'ardito e maturo progetto di «antropodicea» incentrato sull'incarnazione della forma, fino agli appunti sulla fisica al servizio della matematica, trascritti poco prima dell'arresto. Questi saggi mostrano in maniera assai eloquente come l'attenzione di Florenskij per le problematiche scientifiche non si sia mai interrotta nel corso degli anni, ma al contrario sia rimasta una fervida costante, congiungendosi in maniera sempre più intensa e originale con le diverse forme della conoscenza e del pensiero.

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