Giuliano Imperatore [Iulianus, Flavius Claudius]
Alla madre degli dei e altri discorsi
Introduzione di Jacques Fontain, testo critico a cura di Carlo Prato, traduzione e commento di Arnaldo Marcone, testo greco a fronte
Roma - Milano, Fondazione Lorenzo Valla - Mondadori, 1987, Scrittori greci e latini
cm 20.5x13, pp. CX-351-(19), imitlin, sovracoperta illustrata, segnalibro in tessuto
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INDICE
Introduzione di Jacques Fontaine, VIII
Nota bibliografica, LXXVIII
Abbreviationi bibliografiche, LXXXI
Per l'edizione degli scritti di Giuliano di Carlo Prato, LXXXV
Bibliografia generale, CV
TESTO E TRADUZ10NE
Siglorum index, 3
Lettera a Temistio, 5
Alla Madre degli dei, 41
A Helios re, 95
Misopogon, 171
COMMENTO
Lettera a Temistio, 255
Alla Madre degli dei, 369
A Helios re, 291
Misopogon, 321
A sei anni, conobbe il trauma del massacro del padre e del fratello, perpetrato su istigazione del cugino Costanzo II. Venne educato dall'eunuco Mardonio; e da allora visse di libri e nei libri, in un'esaltazione intellettuale che trasferì nella vita quotidiana: «Desideri corse di cavalli? Ce n'è una in Omero descritta alla perfezione; prendi il libro e leggilo fino in fondo. Senti parlare di danzatori pantomimi? Lasciali perdere; i giovani presso i Feaci danzano in modo più virile». Era un nevrotico, ansioso, aggressivo, con gli occhi mobili e ardenti, «scintillanti di fuochi siderei», che esprimevano la sua inquietudine. Simile al Sigismondo di Calderon, fatto uscire di prigione per cingere la corona, come poteva non pensare che «la vita è un sogno e che i sogni non sono altro che sogni»? Il grande sogno della sua vita fu la restaurazione della religione pagana: fondata sul neoplatonismo fuso con la teosofia e la teurgia di Giamblico; accesa dall'ispirazione della luce; infuocata dall'ardore cristiano; trasformata in una teologia solare trinitaria. Questo volume degli «Scrittori greci e latini» presenta i suoi capolavori: la Lettera a Temistio, i discorsi Alla Madre degli dei e A Helios re e il Misopogon. I due discorsi sono delle estatiche professioni di fede, delle sontuose omelie liturgiche, degli oracoli immaginosi, delle perfette fusioni di mito e di allegoria filosofica. Nel Misopogon la confessione, la predicazione, il disprezzo, l'ironia e l'autoironia amara e sottile, la disperazione si intrecciano a formare uno dei testi più squisiti della tarda letteratura greca.