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Gramsci Antonio
L'Ordine nuovo
Rassegna settimanale di cultura socialista, poi Quotidiano comunista, poi Rassegna di politica e cultura operaia, mensile
Milano e Roma, Edizioni del Calendario e Editori Riuniti, 1969, 1972
1 volume, cm 43 + 4 volumi, cm 52, imtlin rossa, impressioni in oro
Ristampa anastatica di tutto il pubblicato. Il volume pubblicato dalle Edizioni del Calendario comprende i numeri del settimanale (1 maggio 1919-24 dicembre 1920,) e del mensile (1 marzo 1924-1 marzo 1925). I quattro volumi editi dagli Editori Riuniti le due annate del quotidiano (1921-1922).
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I primi numeri de L'Ordine Nuovo pur presentando caratteri di "disciplina permanente di cultura russa", mantenevano una composizione piuttosto antologica nelle brillanti recensioni ancora crociane e gentiliane di Togliatti per la rubrica La battaglia delle idee, negli studi che Tasca dedica ai maestri socialisti del passato come Louis Blanc e Charles Fourier, negli articoli stranieri di Romain Rolland (La via che sale) e di Henri Barbusse (Il gruppo "Clarté").
Ma presto la tematica interpretativa gramsciana della rivoluzione bolscevica in rapporto storico con lo sviluppo della società italiana produce un colpo di mano redazionale all'interno de L'Ordine Nuovo, cioè la pubblicazione, il 21 giugno 1919, dell'articolo Democrazia operaia: ►
Da questo momento, dal n. 7 del 21 giugno 1919, L'Ordine Nuovo diventa "il giornale dei consigli di fabbrica". In pochi mesi l'idea-forza dei consigli di fabbrica si allarga e si realizza in decine di stabilimenti metallurgici, dalla FIAT alla Diatto, dalla Savigliano alla Lancia (azienda).
Gli articoli de L'Ordine Nuovo prendono atto dell'avvenimento suscitando dibattiti in tutto il movimento operaio, politico e sindacale, nonostante le opposizioni di riformisti e di massimalisti.
La piattaforma rivoluzionaria de L'Ordine Nuovo opera il proprio collaudo nel 1920.
A Torino gli industriali nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro rifiutano la richiesta degli aumenti salariali e, allo sciopero bianco degli operai rispondono con la serrata. I metallurgici reagiscono occupando le fabbriche nel triangolo industriale Torino-Milano-Genova. Il movimento d'occupazione viene tenuto nei limiti delle officine e fallisce.
Gramsci, Togliatti e Terracini conducono un'intensa campagna che culmina a Livorno il 21 gennaio 1921 con la fondazione del Partito Comunista d'Italia.
Cessate le pubblicazioni come rivista il 24 dicembre 1920, L'Ordine Nuovo diventa il 1º gennaio 1921 quotidiano; il 21 gennaio, con la formazione del Partito Comunista d'Italia a Livorno, diventa organo del nuovo partito «secondo la linea tracciata dal Congresso dell'Internazionale e secondo la tradizione della classe operaia torinese».
Nel 1922 sospende le pubblicazioni per riprenderle nel marzo 1924 pubblicando in modo discontinuo gli ultimi otto numeri fino al marzo 1925. Fonte Wikipedia