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Estetica

[Ästhetik], edizione italiana a cura di Nicolao Merker, traduzione di N. Merker e Nicola Vaccaro


Milano, Feltrinelli, 1978, SC/10, 84
2 tomi, cm 19,5X12,5, pp. XL-1704, brossura illustrata
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L'estetica che Hegel venne esponendo nelle Lezioni fu sostenuta dall'autorità filosofica di tutto il suo sistema e dalla personale posizione autorevole che gradualmente egli aveva assunto quale ricnosciuto filosofo ufficiale della Prussia.

Ma alla diffusione della sua estetica nell'ambiente culturale di Berlino concorsero anche altre circostanze, di natura ideologico-politica più generale. In quegli anni infatti l'interesse pubblico del mondo berlinese, incapsulato dalla censura e dalle istruttorie del "Polizeistaat" prussiano, si manifestava quasi esclusivamente come interesse estetico. In questo quadro di stasi politica gli interessi artistici erano di fatto l'unico centro di vita spirituale per la società berlinese: e non fa quindi meraviglia che il pubblico accogliesse avidamente quanto Hegel veniva esponendo. Ma dal polarizzarsi di questo interesse sul mondo artistico, fenomeno tipico di una società politicamente oppressa, derivò un'inesauribile fioritura di banalità, pigrizia mentale e autocompiacimento. L'estetica di Hegel costituì in un certo senso un correttivo a tale situazione. La sua solida formazione erudita, il suo gusto maturo, e soprattutto i nuovi punti di vista organici da lui introdotti nell'estetica, ebbero l'effetto di costringere critici e letterati a nuovi confronti e principalmente a un comportamento più scientifico. Dalla prefazione di N. Merker)

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