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La cucina romana e del Lazio

Piatti classici e ricette sconosciute di una cucina genuina e ricca di fantasia: dagli spaghetti alla carbonara ai rigatoni co' la pajata, dalla coda alla vaccinara ai saltimbocca, l'antica cultura gastronomica di Roma salvata dalla tradizione popolare e raccontata da un grande conoscitore di cose romane


Roma, Newton & Compton, 1998, Quest'Italia, 260
cm 25x17.5, pp. 736, numerosi disegni in b/n nel testo, imitlin, sovracoperta e cofanetto illustrati

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La grande tradizione gastronomica romana e del Lazio gode di una fortuna secolare, nutrita da un patrimonio culturale straordinariamente ricco e solido. Lo dimostrano i tanti testi che celebri autori di ieri e di oggi — primo fra tutti il Belli — hanno dedicato a questa sontuosa cucina, accanto ai divertenti, anonimi stornelli popolari o ai numerosissimi proverbi e modi di dire che hanno reso immortali molti dei suoi piatti.
In queso volume ricette sono state raccolte e ordinate in modo tale da stabilire un dialogo convincente e garbato con il lettore andando oltre i dati strettamente necessari: ingredienti, dosi, tempi e modi di preparazione e cottura.

Spaghetti alla Carbonara, bucatini all'amatriciana, spaghetti cacio e pepe, gnocchi alla romana, rigatoni "co' la pajata", pappardelle al sugo di lepre, coda alla vaccinara, saltimbocca alla romana, costolette d'abbacchio "a scottadito", coratella d'abbacchio, carciofi alla giudia o alla romana, trippa alla romana, filetti di baccalà, fagioli con le cotiche, fritture varie, supplì, panzanella, pasticcio di gnocchi, frittelle, bignè di San Giuseppe e maritozzi sono solo alcune delle più rinomate prelibatezze "raccontate" in questo volume, che hanno deliziato e continuano a deliziare i palati di generazioni di romani e non romani, emigrando e penetrando - almeno in parte - nelle cucine di tanti ristoranti italiani e stranieri

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