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Storia di un paese: Montaillou. Un villaggio occitanico durante l'Inquisizione (1294-1324)

[Montaillou, village occitan de 1294 à 1324], traduzione di Giovanni Bogliolo


Milano, Rizzoli, 1977, Collana storica
cm 22.5x16, pp. 544-(8), 2 cartine nel testo, cartonato, sovracoperta illustrata
Prima edizione italiana e unica nella collana. Ottimo esemplare

€ 30
Nell'anno 1320 il vescovo di Pamiers, cittadina dell'Occitania, apre un'inchiesta d'Inquisizione sugli abitanti di un piccolo paese dell'Alta Ariège a 1300 metri d'altezza: Montaillou, 250 abitanti, piccola comunità occitanica e pirenaica di contadini e di pastori. Si tratto di uno dei tanti episodi della lotta della Chiesa romana contro l'eresia catara?

Può darsi, ma la coscienza etnologica e finemente poliziesca di questo Maigret ante litteram ha finito per disvelare tutti i segreti del villaggio, piccoli e grandi. Niente è sfuggito alla meticolosa indagine del vescovo Fournier, che farà poi una spendida carriera diventando Papa di Avignone: ne la vita intima e errabonda del pastore Maury, ne i numerosi amori del truculento curato della parrocchia, delatore, gaudente ed eretico, ne le romantiche passioni della bella castellana Béatrice de Planissoles.
Ma sono soprattutto i drammi della vita quotidiana di Montaillou, oppressa da un clero dominatore e dal clan tirannico dei Clergue che formano la trama di questo studio, al tempo stesso monografico e globale; l'infanzia e la morte, la cultura e la famiglia, le lotte delle mafie di paese, l'ossessione della salvezza nell'altro mondo e la magia, l'irreligiosità e le eresie contadine, la morale e il crimine, il folklore, i miti e i fantasmi.
Utilizzando quello straordinario documento che e il «registro d'Inquisizione» di Jacques Fournier, una specie di romanzo popolare del XIV secolo, questo libro ridà vita, con i metodi storici ed etnografici piu moderni, alla realtà catara e occitanica di quasi seicentocinquant'anni fa con la freschezza e il turbamento del vissuto.
Non a caso la critica internazionale ha parlato, a proposito di Montaillou, di «storia totale», cioè di un modo integrale di rendere la vita di una determinata epoca, le sue ideologie e le sue azioni, avvalendosi dell'etnografia, dell'etnologia, della linguistica, dell'ecologia, tutte scienze, per così dire, «nuove». Ma nuovo è anche l'oggetto dello studio: non già la vita dei potenti e delle classi dominanti, delle città, ma la vita degli umili, del popolo, della provincia, dei paesi e di un piccolo villaggio, che non ha minore dignità, ne meno da dire, ma anzi dimostra una ricchezza di tematiche, di informazioni e di azioni che gli storici ufficiali hanno finora trascurato.

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