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La signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe

Milano, Feltrinelli, 1976, Storia Feltrinelli
cm 22.2x14.5, pp. 245-(4), 8 illustrazioni in b/n fuori testo, brossura illustrata
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€ 25
Indice

Regaida III  7

Nessuno ha paura di Caterina Ross  38
Le otto di Pisogne  42
I processi In Val di Flemme  46
inciso  96
I processi in Val di Flemme  106
(seguito) 
Barbara Marostega  123
Sogno e realtà  136
Domina Ludi  147
L'aggiunta del diavolo nei processi di due medichesse  156
Il gruppo sociale  182
Antonia Comba  200
Anna Maria Sertora  213
Postfazione  237

Appendice
Canon Episcopi  239
Sentenza del podestà di Milano contro Sibilila e Pierina  240
Tra il XV ed il XVIII secolo migliaia di streghe furono processate e condannate in Europa per delitti fantastici e impossibili. Non sapremo mai quante furono, forse centinaia di migliala, forse più di un milione, in compenso conosciamo bene ciò di cui erano accusate, e di alcune streghe anche il nome, la condizione sociale, la vicenda personale.


Dai documenti che ci danno queste informazioni non ricaviamo però risposta alla semplice domanda: perché? Gli studiosi continuano ad interrogarsi sulle ragioni d'una persecuzione cosi lunga e crudele contro individui, quasi tutte donne, di cui non riusciamo a vedere in che modo minacciassero la società.
Questo libro chiede al lettore di rinunciare a trovare una risposta generale e di dedicare la propria attenzione alla storia particolare di alcune donne che subirono la persecuzione: Caterina Ross, Anna Maria Sertora, Barbara Marostega, Giacomo Vivanti. Antonia Comba... Molti storici della caccia alle streghe hanno deciso e dichiarato che ormai non è più possibile conoscere il punto di vista delle vittime perché i documenti rimasti furono scritti dai loro persecutori. Decisione frettolosa. C'è un legame che non si può rompere tra persecutore e vittima; e quando il primo afferma il proprio punto di vista e le proprie ragioni, vi tira dentro, secondariamente ma necessariamente, anche la vittima. Basta avere la pazienza di seguire il filo esile e intermittente di questa presenza seconda.
Deviando cosi nel particolare e rinunciando alla spiegazione generale, il lettore  non si perde. Al contrario. La ragione che si smarrisce quando considera l'enormità del fenomeno, torna a esercitarsi nella comprensione di vicene individuali. Forse perché la storia, qua e là affonda le radici nella soccettivitò. Ed è come se la caccia alle streghe fosse una radice nuda della storia.

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