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Proust Marcel
Alla ricerca del tempo perduto
[À la recherche du temps perdu] Nuova edizione italiana condotta sul testo stabilito da Pierre Clarac e André Ferré, a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini. Con un saggio di Giovanni Macchia. Traduzioni di Natalia Ginzburg, Franco Calamandrei, Nicoletta Neri, Mario Bonfantini, Elena Giolitti, Paolo Serrini, Franco Fortini, Giorgio Caproni
Torino, Einaudi, 1994, I millenni
3 volumi, cm 22x14, pp. CVI-1092, XXXVI-1312-(2), XLVIII-1200-(4), 30 illustrazioni a due colori fuori testo, tela, sovraccoperte illustrate, cofanetto illustrato
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"A confronto con l'opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti. Alla ricerca del tempo perduto è una cronaca ricavata dal ricordo: nella quale la successione empirica del tempo è sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi degli avvenimenti, che il biografo dell'anima, guardando all'indietro e dentro di sé, sente come l'unica cosa vera. ►
Gli avvenimenti passati non hanno più potere su di lui, ed egli non finge mai che quanto da tempo è accaduto non sia ancora accaduto, e che non sia ancora deciso quanto da tempo è deciso. Perciò non c'è tensione, non c'è acme drammatico, non c'è assalto e scontro, ne susseguente soluzione e pacificazione. La cronaca della vita inferiore scorre con armonia epica, poiché è soltanto ricordo e introspezione. E la vera epica dell'anima, la verità stessa, che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre molto, ma soffrendo gode anche la libertà e la pace; è il vero pathos del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene." (Erich Auerbach)