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I giochi a Roma di strada e d'osteria

[Dalla "Passerella" alla "Morra", dalla "Ruzzica" alla "Zecchinetta", piu' di 400 modi per divertirsi ricostruiscono il vivace e popolare spaccato della Roma d'una volta]


Roma, Newton Compton, 1995, Quest'Italia - Collana di storia, arte e folclore, 215
cm 22,5x15, pp. 448, illustrazioni in b/n nel testo, cartonato, sovracoperta illustrata
Fuori catalogo.

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Dalla “Passatella” alla “Morra”, dalla “Ruzzica” alla “Zecchinetta”, dal “Rubacantoni” al “Tre-tre-giù-giù”, dal “Sartalaquaja” a “camminà” a “Zipidì a Zipidè”, da “Chi tocca per primo er ganghero” a Topa Topa”, da Pilaccia in canoffiena” a “Topa Topa”, da “Pilaccia in canoffiena” a “Madama Dorè”.


Oltre, quattrocento, sono i giochi creati dagli adulti e divenuti, solo, in seguito, patrimonio dei ragazzi. Rappresentano il volto popolare della Roma di ieri. Giochi poveri, ma fantasiosi, che si è soliti ricordare, come “i giochi del nonno” e che ricompongono un suggestivo spaccato, di una Roma che non c’è più. Il mio impegno sarà dedicato ai quei bambini e ai ragazzi di oggi, costretti a convivere, in angusti spazi, con i loro giocattoli, che nulla più lasciano all’immaginazione e obbediscono, solo,  alle leggi inique del mercato. Il mio obiettivo è far rivivere, invece, il fascino dell’ antico, la vivacità popolaresca, l’ingenua riproposizione di antichi miti e riti, di quei divertimenti di strada e dei passatempi d’osteria, che, anche, i più grandi, solevano concedersi con allegria e che, pure, ci aiutano a ricomporre il mosaico della vita quotidiana della Città Eterna.

 

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