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L'ultimo puritano. Una memoria biografica, in forma di romanzo

[The Last Puritan], traduzione di Camillo Pellizzi


Milano, Bompiani, 1952
cm 20.5x12, pp. 716-(4), brossura, sovracoperta illustrata
Prima edizione italiana. Buon esemplare

€ 22

L'ultimo puritano che presentiamo nella prima traduzione italiana, è, per comune consenso, l'opera a cui meglio si raccomanda la fama di George Santayana.
In questo romanzo che l'Autore definisce un «Jeu d'esprit», ma che si potrebbe dire l'elogio e l'elegia d'una civiltà morente, il grande filosofo americano, rimasto latino di spirito, tocca la sostanza lirica della sua visione della vita.

Vi troviamo infatti i grandi «temi» che egli dibatte in tutte le sue opere e rispecchiano gli opposti lati della sua personalità: il contrasto fra la grande tradizione cattolica e quella protestante, fra il libero slancio della vita creatrice e la raggelata convenzione puritana, tra l'irrazionalismo romantico pagano e l'armoniosa saggezza di Roma. Ma lo scrittore non discute e dimostra, bensì, con intensa visione plastica e incomparabile splendore di stile, rappresenta questo conflitto di due razze e di due civiltà, nei limiti di una storia triste e appassionata che ha tutto l'incanto dell'immaginazione e il rigore della realtà. E intorno al contrasto fondamentale, che si accentra in figure indimenticabili, s'intrecciano e si alternano in un musicale flusso di ricordi, di echi e di rimpianti, altre voci, altri motivi, altre figure che evocano un mondo ricco e dorato il quale ha tutta la poesia di un tempo ormai lontano.

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