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L'arte moderna

[Modern Art. 19th and 20th Centuries], traduzione di Renato Pedio


Torino, Einaudi, 1989, Biblioteca di storia dell'arte. Nuova serie, 5
cm 21.5x15.5, pp. XXVIII-300-(6), 105 illustrazioni in b/n nel testo, 12 tavole a colori fuori testo, tela, sovracoperta illustrata, custodia muta
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INDICE

Introduzione di Cesare Segre, p. XVII
Nota introduttiva, XXVIII
Ringraziamenti, XXIX


L'arte moderna


Le mele di Cézanne. Saggio sul significato della natura morta (1968), 3
Cézanne (1959), 47
Cézanne acquerellista (1963), 49
Courbet e il repertorio delle immagini popolari.
   Saggio sul realismo e la naïveté (1941), 52
Su un dipinto di Van Gogh (1946), 91
   Seurat (1958), 104
La Donna con ventaglio dl Picasso. Della trasformazione e dell'auto-trasformazione (1976), 120
Le illustrazloni della Bibbia di Chagall (1956), 133
L'introduzione dell'arte moderna in America:
   l'Armory Show (1952), 151
Arshile Gorky (1957), 194
Natura dell'arte astratta (1937), 200
Pittura astratta recente (1957), 226
Sulla dimensione umana della pittura astratta (1960), 240
Mondrian. Ordine e casualità nella pittura astratta (1978), 246

Indice analitico, 281
Meyer Schapiro è uno dei rari storici dell'arte capaci di raggiungere esiti critici di altissima qualità sia nel campo dell'arte antica che in quello dell'arte moderna.

È probabile, anzi, che il suo modo straordinariamente duttile e filologicamente agguerritissimo di accostarsi all'opera d'arte contemporanea sia dovuto, almeno in parte, proprio alla sua esperienza di storico dell'arte antica.
Per Schapiro non esistono modelli interpretativi universalmente validi. Ogni artista, ogni dipinto rappresentano un caso a sé e vanno studiati tenendo conto della loro natura peculiare e della fitta trama di relazioni che li lega al contesto culturale cui appartengono. Anche le sue ricerche, di conseguenza, sono diverse l'una dall'altra.
Lo dimostrano gli scritti sull'arte dell'Ottocento e del Novecento raccolti in questo volume, stesi da Schapiro tra il 1937 e il 1978. Nel primo, ad esempio, dedicato alle mele di Cezanne, si parla dello stile del pittore, si identifica il vero soggetto di un suo dipinto famoso intitolato Il giudizio di Paride, si spiega perché il soggetto dichiarato non sia quello reale alla luce delle letture dell'artista e del condizionamento esercitato sul suo lavoro dalle sue vicende biografiche e dalla sua stessa psicologia. Infine, muovendo dalle nature morte di Cezanne, Schapiro da un'interpretazione straordinariamente penetrante della storia di questo genere pittorico. Nel saggio su Courbet, invece, la lettura formale e contenutistica delle sue opere viene messa in relazione con il background culturale dell'artista, con i suoi scritti, le sue letture, le sue opinioni politiche ed estetiche e quelle di altri grandi protagonisti di quegli anni - primi fra tutti, Champ fleury e Baudelaire - e con l'arte popolare, che influenzò notevolmente il suo lavoro. Altre volte l'interesse di Schapiro si concentra prevalentemente sul fatto figurativo. È il caso del saggio sulle illustrazioni bibliche di Chagall, dove arriva a dimostrare brillantemente che il pittore ha infranto gli schemi rappresentativi propri della tradizione cristiana inventando una nuova iconografia. O di quello bellissimo su Picasso in cui individua nella sua Donna con ventaglio il documento del passaggio dell'artista dal periodo «blu» a quello «rosa».
Ciascuno dei suoi scritti si caratterizza dunque per un modo del tutto peculiare di accostarsi al tema indagato. È così anche per gli altri raccolti in questo volume, dedicati a Van Gogh, Seurat, Mondrian, Gorky, all'arte astratta e a un evento di capitale importanza per la cultura figurativa americana del Novecento come P Armory Show, l'esposizione che nel 1913 rivelo all'America le nuove correnti artistiche europee: il cubismo, l'espressionismo, i fauves e il simbolismo.
Tutti assieme questi saggi tracciano un profilo compiuto dell'arte moderna dal realismo all'astrattismo. Ma non una storia di etichette, una serie di definizioni generali e inevitabilmente generiche, bensì una lettura personale, sensibilissima a tutto ciò che è individuale, soggettivo e incondizionato, ma anche ai nessi culturali, ideologici, economici e sociali che costituiscono il mobile sfondo senza il quale il prodotto artistico perderebbe gran parte del suo significato. E non uno sfondo di maniera, ma quello di cui l'artista era consapevole, la sua stessa prospettiva che, nella magistrale interpretazione storica di Schapiro, diventa prospettiva critica.

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