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Storie di spettri

Milano, Mondadori, 1962, Narratori italiani. Opere di Mario Soldati, 103 (9)
cm 19.5x12, pp. 346-(8), cartonato, sovracoperta illustrata
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Indice

Il tarocco numero 13  11
Capricci d'inverno  21
Trattoria Ariosto  31
San Mamete  45
L'alloggetto del seminterrato  55
L'albergo di Ghemme  69
Il traghetto  81
Un paese in O  95
La borsa di coccodrillo  107
La verità  121
La fotografia  131
L'amico americano  141
Ada e Resi  151
Gli stivaletti grigi e neri  167
I passi sulla neve  183
L'aggressione  201
La palla da tennis  231
Natale di rabbia 251
Il tappeto di felpa  283
Specchi e spettri  313
Con queste venti "ghost stories" che, condotte sul filo di fatti, incontri, emozioni di ogni giorno, giungono fin alle soglie del magico, Soldati è tornato alla fonte delle sue ispirazioni più felici: a quell'intensità di interrogazione morale, a quel sospeso fissare le nebbie della coscienza, da cui sono nati i racconti "La giacca verde" e "La finestra".

Solo che qui gli spettri, ombre apparenti o sogni (esistono più cose tra il ciclo e la terra di quante ne fantastica la vostra filosofia), entrano direttamente in scena, reali presenze magiche o semplici paure. Sono immagini riflesse della condizione umana, còlta nei suoi momenti, abitudini, atti quotidiani, oppure sono intercettamenti dell'al di là? E anche quando, come in alcuni racconti, di fantasmi non è traccia, si verifica ugualmente quell'impercettibile scarto, quel minimo "clinamen", o inclinazione psicologica (uno spettro d'altra natura), che sposta le dimensioni della realtà e conduce lo sguardo sull'orlo dell'abisso.
Senza parere, col suo sorriso eludente, Soldati sfiora via via quell'orlo e ogni volta se ne ritrae. Ma rimane in lui quel tanto di ansioso timore, che è anche la ragionevole speranza, di chi "ha visto"»

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