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Metafisica della persona. Tutte le opere filosofiche e saggi integrativi

a cura di Giovanni Reale e Tadeusz Styczen


Milano, Bompiani, 2003, Il pensiero occidentale
cm 22X15,5, pp. 1792, cartonato, sovracoperta illustrata

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In questo volume sono raccolte insieme per la prima volta tutte le opere filosofiche di Karol Wojtyla, scritte in un arco di tempo trentennale che va dal 1948 (anno della sua laurea in Teologia presso l’Angelicum di Roma) al 1978 (anno della sua elezione al soglio pontificio).

Le più importanti sono nate durante il suo periodo di insegnamento all’Università Cattolica di Lublino, in Polonia: La dottrina della fede in San Giovanni della Croce (1948) – Valutazioni sulla possibilità di costruire l’etica cristiana sulle basi del sistema di Max Scheler (1954) – Amore e responsabilità (1960) – Persona e atto (1969) – L’uomo nel campo della responsabilità (1978); sono inclusi, infine, dieci Saggi integrativi scritti tra il 1974 e il 1978. Come spiega Giovanni Reale nel saggio introduttivo, il precedente volume Tutte le opere letterarie (Bompiani, 2001) forniva un ritratto a tutto tondo del Wojtyla “poeta”, mentre questo secondo ci offre un analogo ritratto del Wojtyla “filosofo”, e ci svela che Papa Giovanni Paolo II ha percorso appieno tutte e tre le strade che portano all’Assoluto: non solo la teologia e la religione, ma anche l’arte (nella forma della poesia) e la filosofia. La filosofia wojtyliana si muove certamente nel solco della tradizione classica, e in particolare aristotelico-tomista, ma – come già aveva tentato Edith Stein – essa viene arricchita, da un lato, con l’esperienza della mistica carmelitana e, dall’altro, con gli strumenti della fenomenologia husserliana e scheleriana. L’attenzione e l’analisi sono rivolte soprattutto all’uomo come soggetto conoscente e libero. La soggettività dell’uomo emerge dal fatto che ogni persona si autopercepisce come responsabile delle proprie azioni; anzi, è l’atto che rivela l’uomo come persona, vale a dire come soggetto non riducibile al mondo degli oggetti; e l’atto più importante in cui l’uomo si sperimenta come fonte responsabile è l’atto dell’amore. Proprio l’amore, nel suo duplice aspetto fisico e soprattutto spirituale, salva il soggetto dall’essere solamente res cogitans e apre l’uomo alla partecipazione con gli altri e con la trascendenza divina.

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