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Storia della Grande Armée 1804-1815

[La Grande Armée], traduzione di Lucia Meucci Jo e Cesare Falessi. Edizione italiana a cura di Maurizio Pagliano


Milano, Rizzoli, 1981
cm 22.5x16, pp. 660-(12), illustrazioni fuori testo, cartonato, sovracoperta illustrata
Prima edizione italiana, unica nella collana. Ottima copia >>>

€ 30

INDICE

Prefazione - I veterani, pag. 7

 1. L'Armée verso il mare, 13
 2. La vittoria arriva marciando, 47
 3. La nebbia di Austerlitz, 67
 4. Un immenso lamento, 89
 5. Arrivo del generale inverno, 121
 6. L'impero fino al Niemen, 141
 7. I disastri della guerra, 181
 8. L'ultima grande vittoria, 249
 9. La guerriglia vincerà, 285
10. Terra bruciata, 333
11. Mosca teatro di fuoco, 365
12. L'inferno freddo, 389
13. I coscritti del 1813, 431
14. La campagna di Francia, 473
15. Il volo dell'Aquila, 515
16. La fine della Guardia, 535
17. Gli ultimi bivacchi, 571

I teatri d'operazione, 577

APPENDICE, 593
Cronologia, 595
Quanti erano?, 600
Quanti sono morti?, 601
Quanto guadagnavano?, 602
Gli stranieri della Grande Armée, 603
I marescialli, 604
Bibliografia, 609
APPENDICE ALL'EDIZIONE ITALIANA, 615
ARMAMENTI, UNIFORMI, EQUIPAGGIAMENTO, 629
Indice analitico dei nomi e delle cose notevoli, 649


«Nessuno dei soldati della Grande Armée potrà venire a dirmi se li  ho descritti nella loro autenticità. Tuttavia... credo di essere  riuscito a ricreare, rispettandoli, l'ambiente e l'atmosfera in cui si è svolta quella grande epopea.» Così dichiara Georges Blond nella  prefazione a questo libro straordinario, unico nel suo genere tra le  migliata di volumi ispirati alla figura e alle imprese di Napoleone. L'Imperatore, la "grandeur" della sua epoca, il tessuto politico  europeo, costituiscono lo sfondo; i protagonisti sono gli innumerevoli "militi ignoti" della Grande Armée, il leggendario esercito napoleonico, ammirato e temuto come pochi altri nella storia.
L'intento  dell'autore è di ricostruire in ogni aspetto, fin nelle pieghe più  riposte, le condizioni materiali, la mentalità, la psicologia individuale e collettiva, la somma di aspirazioni e di sacrifici  incredibili di una massa di uomini votati a misurarsi per oltre dieci anni sui campi di battaglia dell'intera Europa. Costituita nel 1803 nel grande campo trincerato di Boulogne, in vista di uno sbarco in Gran  Bretagna, poi accantonato, la Grande Armée contò all'inizio 200.000  effettivi; nel corso della campagna di Russia, periodo della sua massima espansione, raggiunse le 400.000 unità.

Oltre due milioni di uomini — di cui almeno mezzo milione reclutati in paesi stranieri — si  avvicendarono nelle sue file; di questi, circa un milione persero la  vita in battaglia, o morirono stremati dalla fame, dal freddo, dagli stenti. Queste le aride cifre relative ai grognards ("brontoloni"), come Napoleone chiamava, con affettuoso orgoglio, i suoi soldati, principali artefici delle sue straordinarie fortune. La Storia della Grande Armée è un eccezionale reportage della loro vita, anzi, della loro epopea  quotidiana: le marce estenuanti sotto il sole infuocato o nelle tempeste di neve, i lunghi e gelidi bivacchi, le travolgenti cariche, le  devastazioni ci saccheggi, l'amore con le donne dei paesi occupati. Dalla minuziosa, documentata e brillante opera del Blond emergono i "segreti" della forza e della compattezza di quell'immenso ed eterogeneo esercito: l'animoso spirito d'avventura e di superiorità che finì per  accomunare i protagonisti della "lunga marcia" napoleonica attraverso le contrade d'Europa; la sensazione di costituire un'élite; la solidarietà tenace, anche se ruvida e spaccona, tra veterani e coscritti, sulla  base di propri codici di comportamento; e, soprattutto, il culto  dell'imperatore, in funzione del quale si viveva e si moriva. Bastava che egli apparisse ai "suoi ragazzi'' perché pericoli, sofferenze, disagi venissero dimenticati. "Viva l'imperatore!". Con questa magica e liberatoria "parola d'ordine" scattava un meccanismo che consentiva di  sprigionare le energie più profonde e riposte, e qualsiasi ostacolo poteva essere superato. Di battaglia in battaglia, fino al dramma di  Waterloo, l'epilogo "wagneriano" nel quale la perfetta macchina da guerra napoleonica si frantumò definitivamente, uscendo dalla storia ed entrando nella leggenda.

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