Chi conosce Mussolini “duce” stenta a capacitarsi che ne sia esistito anche uno rivoluzionario, piu a sinistra, per intenderci, degli attuali PSI e PCI. È il tempo in cui sabotava le strade ferrate di Romagna, definiva “infortunio del mestiere” l'attentato al re, celebrava con rito annuale la Comune di Parigi, esaltava la “violenza levatrice della storia” e predicava lo sciopero generale come preludio all'insurrezione proletaria armata. ►
Ma ancora di più sbalordirono i compagni di allora quando Mussolini, dopo aver tuonato per anni contro il militarismo e la guerra, divenne all'improvviso interventista e nazionalista. Eppure c’è una coerenza esistenziale tra le due posizioni. Non solo, ma l“arvultaja” mussoliniana è condivisa in modo impressionante dalla parte più accesa della sinistra italiana, gli anarco-sindacalisti, convertiti poi dalla rivoluzione proletaria a quella in camicia nera. L’autore non si limita a tracciare il profilo di un Mussolini “in negativo”, ma riesamina tutto il vasto materiale noto e inedito. Sfilano nel libro le pagine dell’“Avanti!”, della “Lotta di Classe”, di “Utopia”, i riflessi della stampa contemporanea, i carteggi, i fondi “giornali”, “agitazioni”, “partiti”, “intercettazioni telefoniche e telegrafiche” del Gabinetto Prefettura dell’Archivio di Stato di Milano, aperti di recente al pubblico e quasi inesplorati, quelli dell Archivio Centrale dello Stato, passi di opere ormai irreperibili, testimonianze di contemporanei. Con un paziente lavoro di intarsio viene ricostruito il personaggio, condizionato dalla matrice genetica e immerso nel panorama dell’Italia prebellica e delle prefigurazioni fasciste. Ne esce un quadro attendibile, che spiega la logica dei fatti, risolve le apparenti contraddizioni ed arriva ad una meditata ed originale conclusione: Mussolini, corrotto da Pippo Naldi, diventa “padrone” della sua “fabbrica”, realizzando il salto di classe con tutte le conseguenze sul piano personale e politico.
L’autore non si limita a tracciare il profilo di un Mussolini “in negativo”, ma riesamina tutto il vasto materiale noto e inedito. Sfilano nel libro le pagine dell’“Avanti!”, della “Lotta di Classe”, di “Utopia”, i riflessi della stampa contemporanea, i carteggi, i fondi “giornali”, “agitazioni”, “partiti”, “intercettazioni telefoniche e telegrafiche” del Gabinetto Prefettura dell’Archivio di Stato di Milano, aperti di recente al pubblico e quasi inesplorati, quelli dell Archivio Centrale dello Stato, passi di opere ormai irreperibili, testimonianze di contemporanei. Con un paziente lavoro di intarsio viene ricostruito il personaggio, condizionato dalla matrice genetica e immerso nel panorama dell’Italia prebellica e delle prefigurazioni fasciste. Ne esce un quadro attendibile, che spiega la logica dei fatti, risolve le apparenti contraddizioni ed arriva ad una meditata ed originale conclusione: Mussolini, corrotto da Pippo Naldi, diventa “padrone” della sua “fabbrica”, realizzando il salto di classe con tutte le conseguenze sul piano personale e politico.