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L'essere e le differenze. Sul "sofista" di Platone

Bologna, Il Mulino, 1991, Ricerca. Filosofia
cm 21x13.5, pp. 241-(7), brossura con alette
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INDICE

Prefazione    p. 7

I.    11
1. L’inizio dell’indagine: l’essere che «non è» e il non essere che, in qualche modo, «è». - 2. La disubbidienza al ‘divieto’ di Parmenide: fragilità e aporeticità.

II.    23
3. Il «falso», l’errore e il μá½´ ὄν in Resp. Al6 C - 479 D. - 4. ΜέθεξιÏš e ἐπαμφοτερίξειν. - 5. Conclusioni sul passo della Repubblica.

III.    39
6. Il nulla e la rigorizzazione dell’aporia (che lo concerne). - 7. La forma estrema dell’aporia. - 8. L’arte sofistica della parvenza. - 9. ... e la critica del Forestiero d’Elea. - 10. L’asprezza del logo concernente il nulla e i dubbi del Forestiero d’Elea. - 11. Verso la dimostrazione del «non essere» dell’essere.

IV.    57
12. Il problema dell’essere e la sua storia: trinità, dualità, unità. - 13. La «gigantomachia»: i materialisti. - 14. Οá¼° τá¿¶ν εá¼°δá¿¶ν φίλοι. - 15. Una digressione. - 16. Conclusioni sulla storia dell’idea dell’essere.

V.    81
17. Verso il centro della questione. Il moto e la quiete. - 18. Il moto, la quiete, l’essere e, di nuovo, la μέθεξιÏš.
 
VI.    91
19. La prima parte del Parmenide: la questione delle idee. - 20. Le idee, la partecipazione, e le critiche di Parmenide. - 21. «Separazione» e μέθεξιÏš. I presupposti dell’argomento detto del τρίτοÏš ἂνθρωποÏš. - 22. Le due forme delτρίτοÏš ἂνθρωποÏš nella prima formulazione dell’argomento. - 23. «Terzo uomo», autopredicazione, predicazione. - 24. Ancora sulla prima formulazione: 132 A 9-10. - 25. La seconda formulazione del τρίτοÏš ἂνθρωποÏš. - 26. Ancora su μέθεξιÏš e autopredicazione. - 27. Un’ultima osservazione sul τρίτοÏš ἂνθρωποÏš. - 28. Gli ulteriori argomenti .... - 29. ... e il loro svolgimento.

VII.    135
30. Riprende l’analisi del Sofista: ancora sulla μέθεξιÏš. - 31. L’uso della μέθεξιÏš. - 32. La formulazione del tema dialettico. - 33. Il comportamento anomalo di κίνησιÏš e στάσιÏš e un carattere paradossale della κοινωνία dialettica. - 34. La dialettica come superamento dell’aporia. - 35. Κοινωνία e non κοινωνία dei γένη: considerazioni e svolgimenti. - 36. Ancora sulla κοινωνία.

VIII.    157
37. La κοινωνία e la deduzione. - 38. L’essere e i γένη. - 39. L’irrequieta natura del diverso.

IX.    169
40. La riduzione del μá½´ ὄν allo ἕτερον. - 41. Riepilogo delle questioni e delle aporie. - 42. Il fallimento della deduzione (della diversità). - 43. La specifica difficoltà del «diverso». - 44. L’essere e le differenze. - 45. Gli εá¼´δη e i γένη. Ancora sul carattere dell’essere nel quadro della συμπλοκή. - 46. Il ‘non essere assoluto’, il suo congedo, il fallimento del congedo. - 47. ΘεαίτητοÏš πέτεται. La parte conclusiva del Sofista. - 48. Le dame di Leibniz e la diversità delle foglie.

Note    209
Strettamente connesso a «Essere e negazione» (1987) questo libro prosegue, attraverso una serrata interrogazione del «Sofista» platonico, l'indagine teoretica che Gennaro Sasso da tempo viene svolgendo. Non si tratta, dunque, soltanto di una ricerca di storia della filosofia. Il libro, piuttosto, è un confronto con uno dei grandi testi del pensiero occidentale; e non è animato solo da un intento di ricostruzione e di comprensione, ma anche da una forte e rigorosa passione teoretica.

Al centro dell'analisi è la questione filosofica della "differenza" o della "diversità"; un tema che non si può discutere seriamente senza passare attraverso la lettura attenta, minuziosa ed anche impietosa di un dialogo come il «Sofista». È qui, infatti, che la speculazione platonica tocca, per quel che concerne il superamento dell'Eleatismo e la risoluzione del non-essere assoluto nell'esser-diverso, il suo punto più alto. La tesi di Sasso è però che il «Sofista» culmina nella ^dichiarazione", non però nella "autentica dimostrazione" della differenza; e questa tesi egli la svolge argomentando in modo del tutto interno ai testi platonici, e giungendo a risultati completamente diversi rispetto a quelli che si era abituati a leggere nella letteratura critica concernente Plafone. Tale prospettiva scaturisce tuttavia, e questo può sembrare (ma soltanto sembrare) un paradosso, da una lettura "tradizionale" del «Sofista», ovvero da una lettura che considera il dialogo per quel che innanzitutto esso è, un trattato di ontologia. È infatti proprio attraverso la puntuale analisi critica dei concetti-cardine dell'ontologia platonica che Sasso giunge a mettere in discussione il giudizio generalmente acquisito intorno all'antieleatismo del filosofo. Nel «Sofista», nonostante le intenzioni, Platone non riesce affatto a "dire addio" a! non-essere assoluto, non perviene ad una autentica fondazione della diversità, e non giunge perciò ad infrangere la monolitica saldezza dell'essere parmenideo: sì che la questione resta aperta e attende di essere ripresa in una nuova indagine.

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