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Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi. Con CD Audio

Roma, Donzelli, 2008, Saggi. Storia e scienze sociali
cm 21x15, pp. XXII-728-(2), cartonato, sovracoperta illustrata
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Indice

Avvertenza  p. XI
Prefazione  XIII

Parte prima

I. Le ciminiere non fanno più fumo
    1. Origini e metodologie di una ricerca  3
    2. Langue e parole  6 
    3. Un oggetto sfuggente: il canto operaio  8
    4. Il canto sociale e la tradizione folklorica  10
    5. Città, campagna e mito operaio  16
    6. Eterogeneità dei modelli e uniformità dei fini  21
    7. Brofferio e il canto risorgimentale  23
    8. Il melodramma ottocentesco e la cantata operaia  25
    9. Sü cantuma... descrivuma la fulia 'd la glurà 'd l'uvrié  30
   10. Viva viva 'l nòst bei Circul 32
   11. Una guerriglia semiologica  34
   12. Canzoni contro  36
   13. Dai personaggi cantati ai canti operai europei  41
   14. «LOrdine Nuovo» e il Proletkul't: un'attenzione mancata  48

II. Coralità operaia
    1. Identità di quartiere e coscienza di classe  55
    2. Circoli ricreativi e musicali nell'Ottocento  57
    3. Maestri cantori popolari  58
    4. Aspetti della vita musicale torinese  63
    5. Arie d'opera e canti d'operai  66
    6. La nuova idea c'incamminò  73

III. Torino: laboratorio di canti
    1. La parodia  83
    2. Rispecchiamento e rafforzamento  84
    3. Rielaborazione ed espansione  86
    4. Contrapporre la Neva al Piave  89
    5. Il mito di Lenin e il sogno di rivolta  93
    6. Parodia come rovesciamento  96
    7. Parodia come denuncia: Tripoli suoi di dolore  98
    8. Parodia come sfida: Delinquenza del fascismo sei l'essenza  101
    9. Melodia multiuso: le strofette del General Cadorna  107
   10. Una rete di percorsi  110
   11. Guarda là sulla pianura: fra Torino e dintorni  115
   12. Da Gli scariolanti a Le fije 'd Bevilacqua  123
   13. Viva la rossa bandiera  131
   14. Canti su Giacomo Matteotti  136
   15. Senti o madre il lamento di un figlio  141
   16. ...da Londra, Parigi, Budapest e Berlino, compagni avanti  142

 IV. La giurnà 'd l'uvrié. Per una storia e un'antropologia del canto operaio
    1. Il «popolo torinese» di Corrado Corradino  153
    2. Torino, da capitale sabauda a cittadella operaia  164
    3. Le condizioni di vita degli operai torinesi a fine Ottocento  170
    4. Il «socialismo dei professori»  174
    5. Classe operaia, classe «pericolosa»?  180
    6. La socialità urbana e proletaria: dalla bettola al circolo operaio  193
    7. «Una fede ci è nata in cuor». Anticlericalismo socialista  201
    8. Ritualità operaia  207
    9. Carnevale operaio  220
   10. Permanenze culturali e mentalità: dalla campagna alla città  226
   11. Folklore di base e «folklore progressivo»  236
   12. Gli autori operai  240
   13. Lingua e dialetto: Popzione dialettale  250
   14. Canzoni, canzonette e fogli volanti  258
   15. Antropologia dei testimoni: dall'uomo folklorico all'uomo storico  265

Appendice  275
Scrittura, stampa e circolazione del canto

Parte seconda. Repertori
   I. Enrichetta Guichardaz  287
   II. Carlo Sacchetti  297
   III. Albina Caviglione  357
   IV. Felice Carando  385
   V. Anna Bertolina  403
   VI. Rita Pigino  413
   VII. Gino Castagno  435
   VIII. Gaetano Bassetto  445
   IX. Pietro Dosio  459
   X. Sacrovir Carlo Gagne  469
   XI. Anna Monasterolo  511
   XII. Clementina (Tina) Perone  521
   XIII. Nicola Grosa  553
   XIV. Lidia, Clelia e Rita Montagnana  567
   XV. Giuditta Cirio  607
   XVI. Vanna Raiteri  615
   XVII. Giuseppe Bertolino  633
   XVIII. Antizarina Cavallo  653
   XIX. Angelo Giorcelli  665

Bibliografia  695
Indice dei canti  721
Elenco dei canti contenuti nel CD  727

Dopo l'incursione nel mondo sonoro contadino compiuta nel volume "Senti le rane che cantano. Canti e vissuti popolari della risaia", gli autori volgono lo sguardo all'universo dei canti urbani, in particolare di Torino, città che rappresenta un vero e proprio laboratorio politico e culturale, nonché un microcosmo particolarmente significativo della storia della cultura e dell'industria in Italia tra l'ultimo decennio dell'Ottocento e il primo quarto del Novecento.

Il libro entra in quel mondo, analizzandone contenuti, singolarità, versanti e linguaggi, in un'ottica musicale, antropologica e sociologica. Attraverso sessanta testimoni e oltre trecento canti, gli autori documentano l'oralità di quegli anni, grazie anche a una ricchissima iconografia fatta di manoscritti, canzonieri, spartiti e partiture, opuscoli, giornali e stampe. L'intento è documentare la nascita di un canto popolare che attraversa i quartieri e i circoli proletari, un canto essenzialmente parodico, che intreccia l'ideologia anarchica e socialista e la rappresentazione degli spazi fisici e mentali operai, che è dominato dalla contaminazione e dalla mimesi dei generi più disparati dell'espressività colta e di consumo del tempo, e che trova nella creazione di una sorta di "cantata operaia" la sua manifestazione più originale e specifica. Un affresco del mondo operaio delle origini, che porta con sé un nucleo vitale di valori in cui è possibile riconoscersi e di cui ci si può ancora nutrire.

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