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Le metamorfosi del barocco

Torino, Einaudi, 1967, Biblioteca di storia dell'arte, 8
cm 26.5x17, pp. XXIV-383-(1), 329 illustrazioni in b/n fuori testo, tela, sovracoperta illustrata, acetato
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Indice

I. Il «segno» del Barocco  p. 3


La coscienza del segno del Barocco: il mondo della figurazione come atto vitale e materia da foggiarsi.  La decorazione come indagine entro la natura: un transfert aperto.  Ritmo a immagine di una concentrazione dinamica.  Alla ricerca di un vitalismo visibile e di altro interiore.  La metamorfosi del nuovo segno a favore della persuasione del Barocco.  Il modo diretto del Barocco. Rubens.  Bernini.  Oltre il mito-forma dei Carracci.  Pietro da Cortona e lo spazio «continuo».  Borromini.  Barocco a Venezia.  Guarini.  Oltre le metamorfosi del Barocco, il mestiere razionalizzato dell'illuminismo. - Ragioni attuali di quell'età.

II. L'autunno del Manierismo  30


1560-70: lo stile fastoso dei gesuiti: il «modo proprio» della Compagnia fra Roma-Genova-Milano. I Palazzi di Rubens e la nuova borghesia. – Urbanistica delle capitali: il primo tempo di Torino. Architettura di stato e ingegneri militari.  L'urbanistica dei «trattatisti» in Europa e urbanistica barocca. – Il non-intervento del Palladio, a Torino. – Vitozzi introspettivo e l'ambiente di Carlo Emanuele I (1562-1630). Il cavalier Marino. – 1590: da Madrid a Torino: ritratto di corte e stile escurialense.  La corte a Torino e gli acquisti per la galleria ducale.  1622-23: l'arrivo di Van Dyck.

III. L'Europa sotto il segno del Barocco  60


A Roma: la retorica e i nuovi committenti. Struttura globale come fisionomia comprensiva del Barocco.  La nuova urbanistica, a Roma. La città come cantiere barocco. Mochi e Bernini.  Bernini e l'età di Urbano Vili.  Pietro da Cortona e i Barberini.  La nuova specie del ritratto barocco e la borghesia.  Oltre la costruzione di San Pietro.  Barocco da Napoli a Roma.  L'incisione a Torino e in Francia per il ritratto delle città. Le forze della provincia. Cairo, Della Valle e il Barocco come tragedia ansiosa.

IV. La polemica con l'arte di corte, per il "600 e oltre  90


Borromini, il Barocco fuori del mestiere delle maestranze.  Il mestiere inventato per un itinerario interiore, contro l'adattamento.  Da San Carlo alle Quattro Fontane alla Sapienza, dall'Oratorio dei Filippini a San Giovanni in Laterano, presupposti per il '700.

V. Dalla nuova urbanistica all'architettura come «teatro della ragione»   103


Il classicismo barocco fra Roma-Parigi e Torino, come esigenza e decoro delle nuove capitali. Le collezioni erudite.  La capitale come teatro della ragione.  Carlo di Castellamonte. Le piazze «europee» di Torino.  Il circolo del cardinal Maurizio.  Architettura e decorazione al servizio della retorica. La stilistica al Castello del Valentino: i maestri luganesi.  Il classicismo francese come misura barocca. Forma retorica-simbolica con Mansart. L'ambiente di Versailles. Colbert e Le Brun.  Il secondo tempo al Castello del Valentino.  La retorica negli interni francesi e inglesi: psicologia della grandezza.

VI. Modificazione di struttura nel classicismo-barocco  147


«Kunstwollen» come «volontà d'arte» per la decorazione retorica: Tesauro, metafora e materia allusiva. Nuova tecnica come attitudine lirica per il Settecento.  L'illustrazione dei balletti.  Il cantiere di Amedeo di Castellamonte alla Venaria Reale. Ancora il classicismo come forma simbolica. - 1666: Barocco romano e retorica a Torino. Le richieste del duca a Bernini.  Il ritratto come spettacolo retorico e elogio del principe.  La caccia, tema del naturalismo retorico. - La pittura di genere e l'incisione.

VII. Guarini risolutivo fra '600 e '700  179


Guarini a Torino. Urbanista in opposizione al classicismo del Castellamonte. Il metalinguaggio della nuova architettura e la polemica risolta con l'arte di corte.  L'arco di una cultura rinnovata: da Borromini ai matematici francesi del 1640.  1666-86: lo spazio come fatto mentale, matematico e biologico. Il mondo abnorme di Guarini come riscoperta della Materia e della Natura.  La Sindone.  Il Palazzo Carignano. La nuova posizione di fronte alla corte e al rito.  Lo stucco come elemento animistico primario, antefatto immediato per la decorazione del Settecento.

VIII. La maturazione decisiva fra Sei e Settecento  217


Il cantiere di Bernini e oltre. Nuova tipologia per la specie della decorazione. Rinnovamento tecnologico. Puget tra Francia e Italia.  Gli altari di Sant'Ignazio e il pittoresco europeo.  Il Gaulli genovese.  1670-80: Lo studio del Fontana.  Il realismo in Spagna.

IX. Il genere monumentale europeo  237


Ancora la prospettiva come strumento attivo di espressione: il Barocco scenografico e padre Pozzo. L'itinerario europeo dei gesuiti. Gherardi a Roma.

X. Il genere pittoresco e il naturalismo allegorico  245


Luca Giordano.  Maratta e Chiari a Roma; Seyter a Torino.  Stucco e pittura come materia libera. Momento arcadico della retorica e morfologia vitalistica.  Gli scultori berniniani a Genova. Gregorio de Ferrari e la nuova struttura della decorazione.  Il Legnanino tra Lombardia, Genova e Torino.  Nuova attenzione per la materia decorante. L'architettura a Lecce. Churriguera. I boemi.

XI. Il nuovo secolo e il segno del Settecento  266


Il ritmo retorico, il genere pittoresco del Settecento, le nuove sensazioni.  Antefatti del Rococò.  Significato della rocaille.  Le estreme conseguenze del segno barocco in Austria e in Germania: autonomia del Rococò.

XII. Juvarra inventore del Settecento   283


La cultura di Juvarra. Da Roma a Torino.  Miracolo economico e sperimentalismo urbanistico a raggio europeo.  Juvarra illuminista, a Palazzo Madama, fra Canaletto e Voltaire. Il mestiere come nuova proposta di conoscenza e risultato figurativo, a concretare «il migliore dei mondi possibile».  La «grande passion» come ossatura della retorica nei castelli juvarriani.  Le nuove progettazioni e l'architettura minore. Gli stucchi per San Filippo.  Uno schema-valore per l'urbanistica del Settecento. Stupinigi. Dimensione a misura di un relativismo volterriano.  1720-30: l'interno sensibilizzato alla maniera di Juvarra: nuova lucida struttura dello stucco. Boiseries e argenti: in polemica con francesi e austriaci.

XIII. Il Rococò da Roma a Venezia  323


Juvarra e la strada del Sud. L'internazionale accademica. L'Arcadia romana, il circolo del cardinale Ottoboni per l'estetica del sentimento.  Trevisani e l'Accademia di Francia a Roma: Van Loo e il giovane Boucher; Lemoyne a Versailles.  Juvarra e i veneti. Crosato a Stupinigi. La polemica dell'Alfieri e la nuova decorazione. Gli interni a specchi, la moda francese e le scettiche imprese mitologiche a uso del cerimoniale di corte. I temi del Rococò: il Tasso e i soggetti dalle Metamorfosi di Ovidio.

XIV. I Borboni e l'arte di corte fra Napoli e Madrid  338


L'onorata scuola napoletana: Solimena e lo «stile spiritoso» del De Mura. La pittura funzionale e d'evasione nelle dimore reali.  1755-65: nuova situazione e nuove ragioni della pittura. I pittori viaggianti a periplo europeo, volterriano, da Roma a Berlino. Le Quattro Età e Le parti del Mondo a illustrazione dei Vantaggi della pace e del Commercio illuminato.

XV. Oltre i giardini d'Arcadia  347 


Le sorti autentiche dell'architettura: Vittone e il neoguarinismo come struttura che sostiene il dissolvere della rocaille.  Ai margini del Settecento: la fase estrema del barocchetto. Motivi dell'evasione arcadica. Le cineserie. Vanvitelli e le fontane di giardino: conchigliomania e virtuosismo. Tiepolo.  La coscienza sociale. Il mestiere rivalutato dagli enciclopedisti. La polemica del sensismo.  Nuova urbanistica: l'apertura di Piranesi.


Indice dei nomi  364
Le metamorfosi del Barocco ripercorre l'itinerario dell'arte delle società europee del Seicento e del Settecento. L'Europa è un enorme cantiere: non solo si modella, progetta, costruisce, addobba, ma si prende coscienza di un nuovo modo di intendere:

è un precisarsi di aspetti, valutazioni, sensazioni in cui concorrono la riflessione estetica e l'esigenza sperimentale, una nuova conoscenza dei materiali e la volontà di espressione, oltre che la passione di una vitalità vivacissima, in cui si affacciano l'esperienza matematica e una forte emotività, avvisaglia della presenza sinora ignorata dell'inconscio.
L'opera analizza questo sviluppo: la tensione dinamica, iniziata da Rubens e da Bernini, ripropone una concezione dello spazio in cui dominano artificio e metafora, nuova valutazione dei rapporti con la natura e continuità dell'architettura nella retorica. Emergono gli ideali classici di corte, da Parigi a Torino. L'altro polo, dialettico e polemico, è la lezione di Borromini e Guarini, un appassionato teatro in cui la fiducia nella scienza matematica si fonde con la più accesa emozione psicologica.
Per tagli ed esempi normativi, il libro propone una nuova lettura dell'architettura come arte-guida, esperienza percettiva globale in cui confluiscono pittura, scultura e decorazione; e perciò il farsi luce del mestiere anonimo e di molti, come volontà di arte sentita collettivamente. Le conseguenze di questa apertura moderna della realtà del Barocco saranno evidenti nel Settecento, ed esaminando i modi monumentali, il nuovo senso del pittoresco, il libro segna il passaggio al pieno secolo XVIII: oltre all'evasione arcadica sono riproposte le raffinate soluzioni tecniche della rocaille, il senso di un relativismo ormai volterriano che pervade l'architettura e l'urbanistica.

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