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Guerri Domenico
La corrente popolare nel Rinascimento. Berte, burle e baie nella Firenze del Brunellesco e del Burchiello
INDICE
Prefazione Pag. iii
Capitolo Primo 1
La berta della « loica » nel Geta e Birria; e la sorte del poemetto.
Capitolo Secondo 20
Fra tradizionalisti e umanisti. Anche la piazza sbertava «Guglielmo e Guglielmina». — Lo conferma il carme di Francesco Cieco in difesa dell’Occham. — Scialbi riflessi letterari del Geta, nel Paradiso degli Alberti. — Clamoroso esperimento sul vivo, nella giarda al Grasso legnaiuolo.
Capitolo Terzo 33
Le rassegne satiriche di fiorentini e di toscani nei poemetti dello Za : i titoli ne compendiano il programma. — L’autore. — La data. — Parodia (non imitazione) delle forme dantesche. — Vigore di realismo nelle comparazioni.
Capitolo Quarto 49
Anni di baldorie a Firenze dopo l’acquisto di Pisa. — Grammatici e poeti presi di mira nelle rassegne dello Za : l’Acquettino ; Antonio di Piero di Friano; Jacopo da Montepulciano; Filippo Villani; i fratelli Salutati; Torello e Bonaccorso Torelli da Prato; Giovanni d’Arezzo (?) ; Antonio di Matteo di Meglio. — «Non naturale nè scienza nè pratica».
Capitolo Quinto 64
I cantari dell’Acquettino sono l’antefatto di bassa cronaca delle giullerie dello Za. — Il dove e il quale di questa storia. — L’autore è equivoco. — La data è meglio presumibile : 1406-7. — I due sonetti d’epilogo allo «Studio d’Atene» li dettò il Burchiello? — Stringono la satira addosso a Domenico e Giovanni da Prato e ad Anselmo Calderoni. — In genere la berta del mal costume colpiva di preferenza i fedeli alle Muse. — «E dommi in testa di Montemorello».
Capitolo Sesto 85
Crucci di tradizionalisti verso la piazza; - e verso gli umanisti, i quali erano i più forti : e perchè erano più forti. — Il volgare letterario e di scuola perde di naturalezza. — La « vernice » e l’alloro. — La poesia e il Burchiello. — La berta d’ogni letteratura nel poeta barbiere. — Il suo vigoroso naturalismo è quello di razza degli artisti fiorentini della stessa epoca.
Capitolo Settimo 104
Perfezionamento di ricerche per spiegare la presunta tenzone di Dante con Forese. — Ma che cosa autorizza a studiarla per autentica? — Il testo non ne porge alcuna prova. — È merito dell'ultima e più rigorosa esegetica poter giungere finalmente a questa conclusione. — Intorno alle prove esterne : metto in discussione l’unica testimonianza relativamente antica dell’Anonimo Fiorentino. — Le didascalie dei sonetti nei manoscritti, non provano niente, essendo suggerite dall’interno. — L’età de’ codici. — La tenzone nella tradizione letteraria: a Vincenzo Borghini rammentava i sonetti del Franco e del Pulci.
Capitolo Ottavo 121
Qui è Rodi e qui balla. — La data presumibile. — Tenzone vera, o giarda sin dall’origine? — La fisonomia nota dei motti e delle baie dello Za e del Burchiello, attraverso il commento continuo.
Appendice. - L’«Acquettino» 149
Prefazione Pag. iii
Capitolo Primo 1
La berta della « loica » nel Geta e Birria; e la sorte del poemetto.
Capitolo Secondo 20
Fra tradizionalisti e umanisti. Anche la piazza sbertava «Guglielmo e Guglielmina». — Lo conferma il carme di Francesco Cieco in difesa dell’Occham. — Scialbi riflessi letterari del Geta, nel Paradiso degli Alberti. — Clamoroso esperimento sul vivo, nella giarda al Grasso legnaiuolo.
Capitolo Terzo 33
Le rassegne satiriche di fiorentini e di toscani nei poemetti dello Za : i titoli ne compendiano il programma. — L’autore. — La data. — Parodia (non imitazione) delle forme dantesche. — Vigore di realismo nelle comparazioni.
Capitolo Quarto 49
Anni di baldorie a Firenze dopo l’acquisto di Pisa. — Grammatici e poeti presi di mira nelle rassegne dello Za : l’Acquettino ; Antonio di Piero di Friano; Jacopo da Montepulciano; Filippo Villani; i fratelli Salutati; Torello e Bonaccorso Torelli da Prato; Giovanni d’Arezzo (?) ; Antonio di Matteo di Meglio. — «Non naturale nè scienza nè pratica».
Capitolo Quinto 64
I cantari dell’Acquettino sono l’antefatto di bassa cronaca delle giullerie dello Za. — Il dove e il quale di questa storia. — L’autore è equivoco. — La data è meglio presumibile : 1406-7. — I due sonetti d’epilogo allo «Studio d’Atene» li dettò il Burchiello? — Stringono la satira addosso a Domenico e Giovanni da Prato e ad Anselmo Calderoni. — In genere la berta del mal costume colpiva di preferenza i fedeli alle Muse. — «E dommi in testa di Montemorello».
Capitolo Sesto 85
Crucci di tradizionalisti verso la piazza; - e verso gli umanisti, i quali erano i più forti : e perchè erano più forti. — Il volgare letterario e di scuola perde di naturalezza. — La « vernice » e l’alloro. — La poesia e il Burchiello. — La berta d’ogni letteratura nel poeta barbiere. — Il suo vigoroso naturalismo è quello di razza degli artisti fiorentini della stessa epoca.
Capitolo Settimo 104
Perfezionamento di ricerche per spiegare la presunta tenzone di Dante con Forese. — Ma che cosa autorizza a studiarla per autentica? — Il testo non ne porge alcuna prova. — È merito dell'ultima e più rigorosa esegetica poter giungere finalmente a questa conclusione. — Intorno alle prove esterne : metto in discussione l’unica testimonianza relativamente antica dell’Anonimo Fiorentino. — Le didascalie dei sonetti nei manoscritti, non provano niente, essendo suggerite dall’interno. — L’età de’ codici. — La tenzone nella tradizione letteraria: a Vincenzo Borghini rammentava i sonetti del Franco e del Pulci.
Capitolo Ottavo 121
Qui è Rodi e qui balla. — La data presumibile. — Tenzone vera, o giarda sin dall’origine? — La fisonomia nota dei motti e delle baie dello Za e del Burchiello, attraverso il commento continuo.
Appendice. - L’«Acquettino» 149