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prefazione alla seconda edizione 11
dall'introduzione ]1961[ 15
prefazione alla prima edizione 21
capitolo primo
Infanzia e giovinezza 27
capitolo secondo
Il movimento socialista clandestino 62
capitolo terzo
La prova generale 92
capitolo quarto
Koba diventa Stalin 153
capitolo quinto
1917 203
capitolo sesto
Stalin nella guerra civile 261
capitolo settimo
Il segretario generale 336
capitolo ottavo
La grande metamorfosi 428
capitolo decimo
Politica estera e Comintern - i ]1923-1933[ 551
capitolo undicesimo
Politica estera e Comintern - ii ]1934-1941[ 588
capitolo dodicesimo
Il generalissimo 651
capitolo tredicesimo
Teheran-Jalta-Potsdam 699
capitolo quattordicesimo
Dialettica di vittoria 767
capitolo quindicesimo
Poscritto - Gli ultimi anni di Stalin 797
note 881
bibliografia 931
indice analitico 943
indice delle tavole 997
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Deutscher Isaac
Stalin. Una biografia politica
[Stalin. A Political Biography], nuova edizione riveduta e aggiornata dall'Autore, traduzione di Gilberto Forti
Milano, Longanesi, 1969, Il cammeo, 43
cm 19x12.5, pp. 996-(12), 24 illustrazioni in b|n fuori testo, cartonato, sovracoperta illustrata
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INDICE GENERALE
prefazione alla seconda edizione 11
dall'introduzione ]1961[ 15
prefazione alla prima edizione 21
capitolo primo
Infanzia e giovinezza 27
capitolo secondo
Il movimento socialista clandestino 62
capitolo terzo
La prova generale 92
capitolo quarto
Koba diventa Stalin 153
capitolo quinto
1917 203
capitolo sesto
Stalin nella guerra civile 261
capitolo settimo
Il segretario generale 336
capitolo ottavo
La grande metamorfosi 428
capitolo nono
Gli dèi hanno sete 496
Gli dèi hanno sete 496
capitolo decimo
Politica estera e Comintern - i ]1923-1933[ 551
capitolo undicesimo
Politica estera e Comintern - ii ]1934-1941[ 588
capitolo dodicesimo
Il generalissimo 651
capitolo tredicesimo
Teheran-Jalta-Potsdam 699
capitolo quattordicesimo
Dialettica di vittoria 767
capitolo quindicesimo
Poscritto - Gli ultimi anni di Stalin 797
note 881
bibliografia 931
indice analitico 943
indice delle tavole 997
Isaac Deutscher, senza dubbia il più autorevole specialista della storia dell'Unione Sovietica, scomparso di recente a Roma, finì di scrivere questa biografia nel 1948, quando Stalin era ancora all’apice del potere, ammirato e temuto in tutto il mondo e circondato, nel suo paese, da un culto quasi fanatico. ►
A quell’epoca l’Unione Sovietica non era ancora una potenza nucleare, la vittoria della rivoluzione cinese non si profilava e si cominciava appena a parlare della rottura dei rapporti tra Tito e Mosca. Concludendo il suo libro Deutscher diceva: «Dopo tante alternative, dopo tanti alti e bassi, solo adesso il dramma di Stalin sembra avviarsi verso il suo vertice; e non sappiamo in quali nuove prospettive l’ultimo atto del dramma collocherà tutti quelli che lo hanno preceduto». È proprio a questo «ultimo atto» che si riferisce un nuovo capitolo dell’edizione aggiornata. Deutscher confessa di essere stato troppo cauto nel suo giudizio. Aveva, tuttavia, visto giusto: le attività e il comportamento di Stalin negli ultimi anni, anziché mostrarci sotto una nuova prospettiva quel che era accaduto in precedenza, diedero un maggiore risalto alla prospettiva accennata nelle ultime pagine del libro, dove si prevedeva quella che sarebbe poi stata chiamata «la destalinizzazione». Deutscher afferma di non aver tenuto conto delle rivelazioni fatte da Kruscev e da Mikoian e da altri a partire dal '56, perché non aggiungevano nulla di importante sulla ascesa di Stalin al potere, sui suoi rapporti con Lenin e con altri capi bolscevichi, e alla politica tenuta da lui durante il periodo tra le due guerre e durante la grande epurazione, anche perché questo studioso, sempre avvincente come un narratore, aveva attinto a notizie e a documenti tuttora sconosciuti nella stessa Unione Sovietica, dove la sua biografia di Stalin è ancora proibita (ed è anche proibita in Cecoslovacchia e nei paesi del blocco comunista, compresa la Cina). Se non altro, le accuse seguite alla morte di Stalin sono servite a dimostrare in modo luminoso la profondità dell'inganno perpetrato da costui, dopo l'eliminazione di Trotskij e dei trotskijsti, degli zinovievisti e dei bukarinisti, ai danni dei propri seguaci, gli stalinisti.