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Filosofia analitica e filosofia continentale

a cura di Sergio Cremaschi. Traduzioni di Sergio Cremaschi dal tedesco (per i saggi di R. Bubner, J. Habermas, K. Lorenz, M. Strauss, A. Wellmer) e dall’inglese (per i saggi di K.-Ò. Apel, A.Z. Bar-On, B.-A. Scharfstein)


Firenze, La nuova Italia, 1997, Biblioteca di cultura , 219
cm 21x13, pp. X-284-(10), brossura con alette
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€ 27
INDICE

Prefazione

Introduzione.
L’isola che non c’è: l’arcipelago analitico e le filosofie continentali    1
di Sergio Cremaschi

Parte i
Due radici della tradizione analitica    19



i
Linguaggio e percezione sensibile: un aspetto della filosofia linguistico-analitica
di Michael Strauss


Parte ii
Riscoperte    49



ii
Fenomenologia e analisi linguistica    59
di Ernst Tugendhat

iii
Gioco linguistico, intenzione e significato. Alcuni spunti in Sellars e Wittgenstein    81
di Jürgen Habermas



Parte iii
P
aralleli    103



iv
L’isomorfismo fra atti linguistici e stati intenzionali    109
di A. Zvie Bar-On

v
Ontologia. Un dialogo fra il filosofo linguistico, il naturalista e il fenomenologo    127
di Roberta de Monticelli

vi
Radici analitiche del costruttivismo dialogico    155
di Kuno Lorenz


Parte iv
Convergenze    175



vii
«Autonomia del significato» e «principio di carità» dal
punto di vista della pragmatica del linguaggio    181
di Albrecht Wellmer

viii
La convergenza fra filosofia analitica e filosofia ermeneutica    197
di Rüdiger Bubner

ix
L’influsso della filosofia analitica sul mio itinerario intellettuale    209
di Karl-Otto Apel


Parte v
Il terzo continente   249

x
«Il dubbio alle loro due case!». La cecità occidentale nei confronti delle filosofie non occidentali    253
di Ben-Ami Scharfstein



Gli autori   283

I saggi qui presentati intendono fornire un contributo alla chiarificazione di un quesito ricorrente nella discussione filosofica attuale:

dobbiamo forse riconoscere ormai due paradigmi inconciliabili del fare filosofia, quello “analitico” e quello “continentale”? Dobbiamo ammettere, con Richard Rorty, l’esistenza di due discipline diverse che pretendono entrambe di fregiarsi dello stesso titolo di “filosofia”?
I testi qui raccolti illuminano queste domande da prospettive diverse: dai saggi di Habermas e Tugendhat, che rappresentano testimonianze originali del processo, avvenuto negli anni Settanta, di riscoperta della filosofia analitica da parte di fenomenologi ed ermeneuti, all’ampia ricostruzione di questa riscoperta in chiave autobiografica di Apel; dalla riflessione su punti di contatto o analogie fra gli sviluppi della tradizione analitica e gli sviluppi della fenomenologia e dell’ermeneutica (Bar-On, De Monticelli, Lorenz, Wellmer), alla formulazione di possibili strategie di ricomposizione della comunità filosofica (Bubner) o all’evidenziazione dei limiti del provincialismo eurocentrico che domina il dibattito tra analitici e continentali (Scharfstein).

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