Munari Bruno.
Arte come mestiere
Bari, Laterza, 1966, Universale Laterza, 46, cm 18x10, pp. 235-(5), illustrazioni in b/n, brossura illustrata Prima edizione. Perfetto esemplare € 40,00 In queste pagine «miniate» — dove il disegno postilli esemplifica, anima la parola — Bruno Munari rivelale ambizioni, le regole occulte, le funzioni, le stregonerie di un protagonista ancora poco noto della produzioni industriale di massa: il designer. ► ... continuaSue sono le forme degli oggetti di cui l'industria popola la nostra casa (il televisore, la forchetta, il tritaquesto, il lavaquello, il frullatutto...), suol i segni, i simboli, le persuasioni che cl assediano da ogni angolo della città contemporanea, lui, onnipresente, che impone le linee, i colori, gli spazi del paesaggio della civiltà Industriale.
Sla quando stabilisce misteriose, e riposanti, proporzioni fra bianchi e neri per la pagina del vostro ultimo romanzo, o distilla subdole alchimie di colori per il manifesto, che non potrete non notare, o escogita la boite è surprlse da cui le pillole usciranno invariabilmente in fila per una, Munarl lo sorprende nella sua officina segreta, cosi radicalmente diversa dallo «studio» del pittore o scultore o altro «produttore di forme» della tradizione. E diversa soprattutto perché altri sono i compiti, le intenzioni, il contesto sociale di questa attività.
Committente non più il mecenate ma l'industria con la sua frenesia produttiva e riproduttiva; destinatario non più una comunità di ingegni coltivati ma la massa indistinta dal consumatori; risultato non più immagini uniche, da collocare a distanza dal quotidiano, ma migliaia di oggetti d'uso, voracemente fruiti, rapidamente sostituiti.
Mediatore fra produzione e consumo, armato di una capacità d'intervento pari alla disponibilità della sua udienza sociale, Il designer è sempre al bivio fra persuasione occulta ed educazione estetica delle masse. Nel linguaggio vivacemente comunicativo di Munarl, nel caleidoscopio delle sue divertite invenzioni, nelle sue serissime soluzioni figurative o costruttive, la scelta è chiara: gli oggetti dell’industria devono essere i veicoli numerosi, invadenti, «democratici» di un gusto nuovo, le gallerie ambulanti di una nuova arte. Sembra un'utopia: potrebbe essere — propone Munarl — il primo articolo del codice professionale del designer. Indice
Presentazione Le macchine inutili 7 ARTE COME MESTIERE 17 DESIGNERS E STILISTI 23 ► Chi è il designer 25 Arte pura e applicata 30 Un linguaggio vivo 33 Una rosa a forma di rosa 37 Gli stilisti 41 Arte misteriosa 45 VISUAL DESIGN ► Caratterizzazione visiva 51 La forma delle parole 62 Telegrammi e poesie 66 Due in una 69 Un linguaggio di simboli e di segni? 73 12000 colori diversi 80 GRAPHIC DESIGN 83 ► Il manifesto a immagine centrale 85 Un manifesto senza dimensioni 91 Libri per bambini 97 INDUSTRIAL DESIGN 105 ► La miniaturizzazione dell’arte 107 Come si vive in una casa giapponese tradizionale 110 Che cos’è il bambù 116 Una forma spontanea 120 Lampada prismatica 125 Gli oggetti consumati 129 L’arancia, i piselli e la rosa 132 Una scultura da viaggio 139 Case Signorili con Finiture di Lusso 142 Le posate 143 Queste non sono tutte 150 Regali di fantasia 159 DESIGN DI RICERCA 163 ► Iris 165 Cresce e scoppia 167 Forme concavo-convesse 171 Strutture continue Il tetracòno 180 Yang-Yin 185 Il moiré 187 Le proiezioni dirette 193 Proiezioni a luce polarizzata 198 Il quadrato 201 Il cerchio 206 La freccia perde i peli ma non la punta 209 Ricostruzioni teoriche di oggetti immaginari 213 Esercizi di topologia sperimentale 219 Due fontane, nove sfere... 225 Appendice ► Le macchine della mia infanzia 233 |
Scarisbrick John J..
Enrico VIII
[Henry VIII], traduzione di Valeria Lalli Bologna, Il Mulino, 1984, Biblioteca storica, cm 21.5x15, pp. 674-(6), balacron, sovracoperta illustrata Unica edizione italiana. Ottimo esemplare € 35,00 Come in architettura il gotico “flamboyant”, lo stile composito e ricco, fiammeggiante di elaborati ornamenti ed esasperate ricercatezze, dominò la prima parte del Cinquecento inglese, in cui muore la grande stagione medioevale già recando in sé il contagio del Rinascimento, così la storia inglese di quel periodo — tremendamente gravida di conseguenze — fu tutta dominata da un’unica figura altrettanto fastosa e fiammeggiante, altrettanto esasperata, imprevedibile, incostante, ma anche eclettica ed a tratti quasi geniale, la figura del re Enrico VIII, che di sé plasmò tutto il suo regno. ► ... continuaIn questo grande affresco storico di John J. Scarisbrick, la scena inglese è proiettata sullo sfondo agitato e sfarzoso dell’Europa del primo Rinascimento ed accanto a Enrico si muove una folla di grandi comprimari e di comparse. I suoi grandi antagonisti europei: Francesco I, Carlo V, Clemente VII; le figure — divenute proverbiali — delle sue sei spose, da Caterina d’Aragona a Catherine Parr; i suoi ministri: Wolsey, Thomas More, Cromwell; e soprattutto il grande “coro” dell’aristocrazia inglese e della Chiesa d’Inghilterra, ancora turbolenta e feudale la prima, riottosa a sottomettersi e che sarà domata soltanto col sangue e con la scure; troppo ricca e potente la seconda, che verrà piegata, umiliata, spogliata di tutte le sue ricchezze che faranno da base alla nuova aristocrazia fedele alla Corona. Da queste scenografie fra autunno del Medioevo e albori dell’Età moderna, fra tornei e nostalgie cavalleresche e dispute teologiche, fra passioni carnali e sottili giochi politici e diplomatici, Enrico VIII emerge come figura a tutto tondo, vero protagonista del suo tempo e del suo paese. Indice Prefazione p. 7 I. Il nuovo re 9 II. La ripresa della Guerra dei Cento anni 31 III. L’ascesa al potere di Wolsey 57 IV. La ricerca della pace 89 V. Il sovrano virtuoso 127 VI. Il ripudio asburgico 173 VII. Il diritto canonico e il divorzio 209 VIII. La battaglia per il divorzio 253 IX. La campagna contro la Chiesa 309 X. La supremazia reale 387 XI. L’Inghilterra e l’Europa: 1537-1540 447 XII. Supremazia reale e teologia 481 XIII. Il ritorno alla guerra 527 XIV. Gli ultimi mesi 569 XV. Enrico il re 617 Abbreviazioni e fonti manoscritte 655 Indice dei nomi 663 |
Romani Mario.
Pellegrini e viaggiatori nell'economia di Roma dal XIV al XVII secolo
Milano, Vita e Pensiero, 1948, Pubblicazioni dell'Università cattolica del Sacro Cuore, 25, cm 24x17.7, pp. XV-1b-351-(1), brossura Prima edizione. Ottima copia € 40,00 ... continua SOMMARIO INTRODUZIONE ► 1. - L’oggetto della ricerca Pag. VII 2. - Le fonti IX Avvertenza XV CAPITOLO PRIMO IL «VIAGGIO DI ROMA» E L’OPERA DEI PONTEFICI ► 1. - Gli itinerari e i mezzi di comunicazione. Difficoltà e pericoli del viaggio 1 2. - Le provenienze e le condizioni sociali dei viaggiatori 8 3. - Il numero dei viaggiatori 11 4. - I provvedimenti diretti a conservare e a migliorare la rete steadale 17 5. - I provvedimenti diretti a garantire la sicurezza dei viaggiatori 18 6. - Altre facilitazioni e regolamentazione dell’afflusso 23 CAPITOLO SECONDO L’INDUSTRIA ALBERGHIERA ROMANA ► 1. - Consistenza e sviluppò della attrezzatura alberghiera Pag. 56 2. - Distribuzione topografica del sistema ricettivo 65 3. - Sesso e nazionalità dei soggetti attivi nel campo alberghiero. Forme di gestione 70 4. - La clientela 81 5. - Il trattamento 109 6. - I priezzi e le possibilità di guadagno offerte 113 CAPITOLO TERZO LA DISCIPLINA DELL’INDUSTRIA ALBERGHIERA ROMANA ► 1. - L’organizzazione corporativa deH’industria alberghiera Pag. 142 2. - Struttura, funzioni e significato delle corporazioni connesse coll’attività alberghiera 148 3. - La regolamentazione statale 165 CAPITOLO QUARTO L’OSPITALITÀ A ROMA ► 1. - Carità e ospitalità Pag. 198 2. - L’opera delle confraternite romane e in particolare quella dell’Arciconfratemita della SS. Trinità dei Pellegrini 201 3. - Il numero degli ospitati 207 4. - I mezzi necessari e la loro raccolta 216 CAPITOLO QUINTO PELLEGRINI, VIAGGIATORI E ASPETTI PARTICOLARI DELLA VITA ECONOMICA ROMANA ► 1. - L’annona e gli affitti Pag. 235 2. - Riflessi finanziari e monetari 241 3. - Problemi di viabilità e di urbanistica 246 APPENDICE DOCUMENTARIA ► I. - Lettera accompagnatoria per pellegrini, rilasciata dal Card Carlo Barberini arciprete della Basilica Vaticana e Prefetto dell’Urbe. (Sec. XVII) Pag. 263 II. - Elenco delle plersone alloggiate alla camera locanda del « Donzello » all’Orso dal 1° aprile 1680 al 31 marzo 1682 264 III. - Statuti dell’Università degli Osti di Roma. (1586) 272 IV. - Statuti dell’Università degli Albergatori di Roma. (1595) 284 V. - Statuti dell’Università degli Osti di Borgo. (Sec. XVII) 296 VI. - Statuti dell’Università dei Bettolieri di Roma. (1699) 301 VII. - Tabella da affissione colla tariffa degli stallatici. (1656) 313 VIII. - «Bando delli Albergatori, Camere, Hosti, Alberganti, Latti, et Stalle Locande di Roma», emanato dai Conservatori di Roma il 10 gennaio 1654 314 IX. - «Editto per gl’Hosti, Tauemieri, Bettolieri, et Albergatori, Camere Locande, et altri», emanato dal card. Marzio Ginetti, Vicario Generale dell’Urbe, il 15 dicembre 1649 317 X. - Elenco delle Compagnie ricevute ed alloggiate a spese della Compagnia di San Giovanni Decollato, detti della Misericordia, nell’Anno Santo 1650 318 XI. - Numerb dei pellegrini ospitati a cura dell’Arehiconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma, nell’Anno Santo 1575 323 XII. - Numero dei pellegrini ospitati a cura dell’Archiconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma, nell’Anno Santo 1600 331 XIII. - Numero dei pellegrini ospitati a cura deirArehiconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma, nell’Anno Santo 1650 333 XIV. - Entrate ed erogazioni deirArehiconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma per l’Anno Santo 1600 343 INDICE DEGLI AUTORI CITATI 347 |
[Schwarz Arturo].
Almanacco Dada. Antologia letteraria-artistica, cronologia, repertorio delle riviste
A cura di Arturo Schwarz Milano, Feltrinelli, 1976, Arte e teoria dell'arte, cm 22.5x21.5, pp. XVI-743-(1), 16 tavole a colori, oltre 600 illustrazioni in b/n, facsimili e fotografie, cartonato, dorso in tela, sovracoperta illustrata, cofanetto in tela Unica edizione. Perfetto esemplare € 175,00 "Dada e il surrealismo sono stati gli unici due movimenti dell'avanguardia storica a non limitarsi a una rivoluzione visiva ma a propugnare invece una rivoluzione culturale. ► Mentre gli altri movimenti" scrive Arturo Schwarz nella sua prefazione al volume, "proponevano una nuova ricetta culinaria, una nuova tavolozza pittorica, Dada proponeva una nuova filosofia della vita che contestava, tra l'altro, anche il senso della sperimentazione puramente formale dell'artista ingabbiato in un ruolo elitario dalla sua specializzazione e vittima consenziente della divisione del lavoro. Così, contrariamente a tutti i movimenti dell'avanguardia storica che l'hanno preceduto. Dada non è sorto in seguito all'iniziativa di pittori ma a quella di poeti e letterati. [...] I pittori dada, al pari dei poeti e degli scrittori dada, rifiutano di sottomettersi alla divisione del lavoro, di appartenere a una categoria professionale castrante, di recitare un solo ruolo, di leggere una sola partitura. Così la produzione letteraria e poetica di Arp, Picabia, Ernst, Hausmann, Schwitters. Duchamp, Kassak, Van Doesburg è altrettanto impegnata quanto quella artistica, e i testi scelti per quest'Almanacco stanno a dimostrarlo." Progetti e realizzazioni, teorie e attuazioni, logos e praxis, tra questi due poli oscilla continuamente l'attività dada: sono stati quindi scelti per questo Almanacco non solamente i contributi teorici più significativi — manifesti, proclami, conferenze, articoli — ma anche, e in misura probabilmente maggiore, le loro realizzazioni: a livello verbale: poesie, aforismi, lavori teatrali, racconti; a livello plastico: disegni, incisioni, dipinti, collage e assemblage. Per quanto riguarda il materiale illustrativo, non sorprenderà pertanto l'ampia scelta di stampati, manifesti, copertine e interni di riviste. La rivoluzione dada nel campo tipografico è stata vasta e duratura e questo aspetto dell'attività dada — per il suo carattere gratuito e non commerciale — alla pari della poesia, è quello in cui lo spirito dada si evidenzia con particolare felicità e libertà. "Il dadaista," ricorda ancora Schwarz, "insorge contro le tavole del conformismo tradizionale e fa del proprio lavoro, in primo luogo, una testimonianza diretta della crisi storica in cui si è trovato a dibattersi. Una radicale problematicità investe l'intero codice della saggezza e della sapienza ereditarie, e subito interviene, scopertamente, la violazione di quelle norme di 'ragionevolezza' e di 'buon senso' borghesi che, rivoluzionarie esse stesse alle origini, avevano preteso di trasformare in 'naturale' la loro effettiva dimensione 'storica.' Così il dadaista spinge ai limiti estremi la carica eversiva che era contenuta, alle origini, negli stessi termini ultimi della cultura romantica, e la dialettica tra 'ordine' borghese e 'avventura' anarchica si pone, in concreto, sul piano estetico, come dialettica tra 'imitazione' e 'invenzione,' cioè appunto nei medesimi termini in cui si era collocata all'inizio della rivoluzione romantica, ma rovesciandone il significato." |
Praz Mario.
Scene di conversazione. Conversation pieces
Roma, Ugo Bozzi, 1970, cm 28, pp. 288, 380 illustrazioni nel testo, tela, sovracoperta illustrata, custodia muta Unica edizione. Copia ottima € 150,00 ... continua SOMMARIO Introduzione: Arte borghese 10 Prefazione: Ritratti di famiglia 27 Definizione della «conversazione» 33 CAPITOLO SECONDO - Il ritratto di famiglia nell'antichità 39 CAPITOLO TERZO - Il gruppo 45 CAPITOLO QUARTO - La conversazione in un interno 59 CAPITOLO QUINTO - La conversazione intorno a un tavolo 95 CAPITOLO SESTO - Il gruppo di famiglia all'aperto 115 ► Davanti a un portico o balaustrata 111 In un cortile o all'aperto 121 Contro una quinta di verdura o con un albero al centro 125 Con veduta della villa 137 Con veduta d'un paesaggio 143 In barca 147 Ritratti di bambini 149 CAPITOLO SETTIMO - La coppia 161 CAPITOLO OTTAVO - Conversazioni sportive, musicali. Gruppi di famiglia di pittori 179 CAPITOLO NONO - Gruppi travestiti 199 CAPITOLO DECIMO - Il culto dei lari. Ritratto con busto 209 REPERTORIO DEI DIPINTI CITATI NEL TESTO 225 Indice dei nomi, dei luoghi, degli artisti e delle opere riprodotte 277 |